Imposte

Scongiurati i nuovi aumenti Tasi: le regole 2014 varranno anche l’anno prossimo

di Luigi Lovecchio

Imposizione locale congelata per il 2015, in attesa di un riordino complessivo dai contorni ancora indefiniti. La legge di stabilità 2015 – legge 190/2014 pubblicata ieri – è intervenuta anche sulla disciplina della Tasi, dopo che l’ipotesi di una immediata revisione della tassazione comunale patrimoniale è sfumata. L’intervento si è reso necessario, poiché, a legislazione previgente, già a partire dal 2015 le aliquote della Tasi avrebbero potuto schizzare molto in alto.

La prima casa

La questione riguardava soprattutto l’abitazione principale, esente da Imu e soggetta a Tasi. Per tale fattispecie, infatti, i comuni avrebbero potuto elevare l’aliquota al 6 per mille, senza alcuna agevolazione di base. Ciò avrebbe potuto comportare un sensibile aumento della tassazione anche rispetto all’Imu 2012. Per scongiurare questo rischio, la legge di stabilità ha pertanto prorogato a tutto il 2015 il regime Tasi vigente nel 2014. In pratica, questo significa che, anche per il 2015, l’aliquota massima della Tasi non potrà superare il 2,5 per mille. Per l’abitazione principale, resta inoltre l’assenza di qualsiasi agevolazione base di legge, salva la facoltà dei comuni di deliberare misure di favore a livello locale. Inoltre, per stimolare i comuni ad adottare alleggerimenti di imposizione nei riguardi di questa tipologia immobiliare, è confermata la facoltà degli enti di superare i massimi di legge, sino allo 0,8 per mille, a condizione che ciò sia accompagnato dall’approvazione di agevolazioni.

Il superamento del tetto

Le modalità di sforamento del tetto di legge sono sostanzialmente tre:

si eleva la soglia del 10,6 per mille sino all’11,4 per mille, lasciando inalterato il limite della Tasi al 2,5 per mille. Ad esempio, si delibera l’Imu al 10,6 per mille e la Tasi allo 0,8 per mille per tutti gli immobili soggetti a Imu. In questo modo, il peso della manovra grava sui proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale;

si eleva l’aliquota massima della Tasi al 3,3 per mille, lasciando inalterato il tetto del 10,6 per mille per la somma di Tasi e Imu. Si immagini un comune che abbia deliberato la Tasi solo sull’abitazione principale, deliberando l’aliquota del 3,3 per mille. In tale eventualità, la maggiore tassazione si scarica sui proprietari dell’abitazione principale;

si delibera un mix delle due ipotesi sopra rappresentate, alla condizione che la somma delle aliquote incrementali non superi comunque complessivamente lo 0,8 per mille.

In tutte e tre le situazioni, il comune è tenuto a deliberare agevolazioni in favore dell’abitazione principale. Non sussiste tuttavia alcuna correlazione tra l’incremento di gettito ottenuto con l’elevazione di aliquota e il costo dei benefici accordati. Il primo può quindi superare il secondo.

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