Professione

In studio si chiude «per sciopero»

di Maria Carla De Cesari

I commercialisti potranno esercitare il diritto di sciopero, anche in coincidenza con le scadenze fiscali o con le udienze in commissione tributaria. La Commissione di garanzia per lo sciopero ha infatti approvato il codice di autoregolamentazione proposto dalle sigle sindacali: Adc, Aidc, Andoc, Anc, Unagraco, Unione giovani dottori commercialisti, Unico.
La proclamazione dell'astensione compete alle associazioni sindacali, che devono darne comunicazione almeno 15 giorni prima alle istituzioni interessate alla protesta: dall'Inail all'agenzia delle Entrate, dal Consiglio di presidenza della giustizia tributaria al ministero dell'Economia. In caso di sciopero esteso su tutto il territorio l'avviso dovrà essere indirizzato alle istituzioni nazionali. Dell'iniziativa deve essere informato anche il Consiglio nazionale: questo punto costituisce una delle differenze principali rispetto al codice di autoregolamentazione dei consulenti del lavoro, il cui vertice istituzionale, insieme con le componenti sindacali, può prendere l'iniziativa di indire lo sciopero. I commercialisti, invece, hanno ritenuto di sottolineare la differenza tra il ruolo del sindacato, che rappresenta gli interessi dei professionisti, e quello del Consiglio nazionale, che dovrebbe tutelare l'interesse dei terzi o, con un'espressione un po' pomposa, la «fede pubblica».
Ogni comunicazione vale per un solo periodo di astensione, che non può superare otto giorni lavorativi consecutivi. I sindacati hanno superato le perplessità della Commissione di garanzia sulla compatibilità dello sciopero nei giorni delle scadenze fiscali rispetto ai diritti e alla tutela dei contribuenti. La procedura da seguire fa perno sull'informazione del contribuente, che può attivarsi per pagare le deleghe o inviare i modelli in modo autonomo. Il professionista non può rfiutarsi di elaborare e consegnare al suo cliente i documenti per ottemperare in modo corretto agli obblighi tributari. Se il cliente non si attiva, il mancato rispetto dei termini sarà collegato con l'esercizio dello sciopero da parte del professionista e non verrà sanzionato. Come per gli avvocati, il commercialista può non presenziare alle udienze del processo tributario e l'assenza sarà considera «legittimo impedimento».
«Frutto di un lungo e meticoloso lavoro che ha comportato un'interlocuzione con la Commissione di garanzia, il codice di autoregolamentazione dei commercialisti contempera la salvaguardia dei diritti fondamentali dei cittadini-utenti, costituzionalmente tutelati, con l'insopprimibile diritto di astensione collettiva dei liberi professionisti» si legge nel comunicato congiunto delle sigle sindacali.
Il coordinamento sottolinea che «la categoria si è dotata di uno strumento efficace, il cui obiettivo non è limitato, come nel caso di altre forme di autoregolamentazione, alla promozione e all'attuazione di azioni di protesta puramente simboliche».

Il codice di autoregolamentazione dei commercialisti

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