Professione

L’equo compenso entra anche nel Def: subito al via il tavolo con le professioni

di Giovanni Parente

I professionisti chiamano, la politica prova a rispondere. Sulle modifiche all’equo compenso vanno registrate due aperture del Governo. Da un lato, il vicepremier Luigi Di Maio che, in incontro con il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella, ha affermato che sarà esaminata «quanto prima la norma dell’equo compenso, partendo dall’aggiornamento dei parametri giudiziali fino a un compenso dignitoso per tutti i professionisti». Dall’altro, il sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone, che, a margine della presentazione della petizione #iononlavorogratis di Confprofessioni, Acta, Apiqa Cgil e vIVAce, ha anticipato di aver «chiesto di verificare se è possibile inserire nel Def (Documento di economia e finanza) un’annotazione sull’equo compenso», e di aver «coinvolto il sottosegretario all’Economia, Massimo Garavaglia, chiedendo una particolare attenzione nei confronti delle libere professioni».

Un impegno che fa seguito alla convocazione di un tavolo di confronto con le professioni per discutere le possibili modifiche (si veda quanto anticipato dal Sole 24 Ore di ieri). Tavolo che, come assicurato ieri da Morrone, si dovrà riunire per la prima volta entro Pasqua e chiudere i lavori entro la fine dell’anno. Il sottosegretario a Via Arenula ha fatto presente che «di veicoli legislativi da usare ne abbiamo molti», e «i tempi per il Def sono strettissimi, però, se è possibile dare già un segnale, cercheremo di farlo». A suo avviso la disciplina va applicata senza omissioni, soprattutto nelle amministrazioni pubbliche, anche nell’ottica di dare «un buon servizio ai cittadini».

Due risposte a fronte del grido d’allarme lanciato da Confprofessioni, Acta, Apiqa Cgil e vIVAce che hanno chiesto, nel corso della conferenza svoltasi ieri nella sede dell’Associazione stampa romana, di mettere fine alle prestazioni professionali gratuite o sottopagate.

Nella petizione «#iononlavorogratis» hanno chiesto di dare immediata attuazione alla norma sull’equo compenso che è «sistematicamente disattesa dalle Pubbliche amministrazione» in quanto, ad avviso dei proponenti, «ministeri, regioni, comuni, enti centrali e locali continuano infatti ad affidare incarichi ed emanare bandi in cui il lavoro gratuito dei professionisti è la regola». Proprio il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella, oltre all’appello a poter prendere parte al tavolo tecnico sull’equo compenso, ha rimarcato la necessità di apportare correttivi alla legge sulla giusta remunerazione per servizi professionali del 2017, con il primo veicolo utile in modo da “obbligare” la pubblica amministrazione a rispettarla.

Intanto ieri il consiglio regionale del Lazio ha approvato all’unanimità una legge per disciplinare l’equo compenso (nell’ambito delle sue competenze). Puntiamo a «introdurre - spiega Eleonora Mattia (Pd), presidente della commissione Lavoro, e prima firmataria della legge con il collega Salvatore La Penna - strumenti per garantire che la Regione, le società controllate e gli enti strumentali riconoscano compensi equi ai professionisti dei quali si avvalgano». Allo stesso tempo la legge intende assicurare al professionista di «ricevere il pagamento delle spettanze dal privato, pena la sospensione del procedimento amministrativo in cui figura la prestazione».

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