Professione

Un patto tra Pmi e professionisti

di Alessandro Solidoro

L’aspettativa di una modifica degli equilibri nelle prossime elezioni europee e di una bilanciatura tra visioni unitarie e tutela nazionale, fa ritenere che il focus sulle esigenze delle piccole e medie imprese (acronimo Sme in Europa e Pmi in Italia) e dei piccoli e medi professionisti si faccia più attento. Che questo possa divenire un punto importante per l’agenda del nuovo parlamento europeo è confermato da due recenti documenti: il “Memorandum for the european elections 2019” di Sme United e il “Memorandum Elctions for the European Parliament 2019” di Efaa, elaborati in vista delle prossime elezioni.

Sme United è la più rilevante associazione europea di Pmi e Efaa è la federazione europea di commercialisti di minori dimensioni.

Le imprese e i professionisti di dimensioni più piccole vogliono porsi al centro del dibattito europeo.

La professione italiana – che opera in un tessuto economico dove le Pmi sono la quasi totalità numerica delle imprese e svolge la propria attività in studi di dimensioni piccole se non individuali – può contribuire attivamente al riproporre il concetto «think smaller first» alle attenzioni politiche europee, nella consapevolezza che la Pmi è ancora più importante in Italia che in Europa e che il peso della micro impresa è unico rispetto agli altri Paesi.

Proprio la specifica struttura del sistema produttivo sottolinea l’importanza fondamentale della figura dei piccoli e medi professionisti nel supportare le Pmi, fornendo servizi di qualità. E sempre il confronto con il resto d’Europa dice che nel vasto mondo delle Pmi l’attenzione all’Italia deve essere incentrata sulle micro imprese e inoltre che per modernizzare il nostro sistema economico e professionale bisogna lavorare affinché le strutture imprenditoriali e professionali “micro” crescano progressivamente per meglio competere sul mercato.

Le sfide individuate da Sme United per le Pmi europee sono:

a) sviluppare e non subire la rivoluzione digitale;

b) agevolare l’innovazione e l’accesso ai finanziamenti;

c) promuovere il contributo ad una economia più sostenibile;

d) sviluppare l’internazionalizzazione;

e) riequilibrare la tutela degli interessi delle imprese rispetto ad altri stakeholders, come i dipendenti o i consumatori;

f) implementare effettivamente il mercato unico;

g) in generale, modellare l’Europa sulle piccole e medie imprese e queste ultime sull’Europa, con il motto «Shaping Europe for Smes & shaping Sme for Europe».

La professione europea ha consapevolezza della sfida e delle opportunità che ne derivano. Accountancy Europe, la più importante associazione europea di commercialisti, ha fatto del tema «Professionisti facilitatori del business delle Pmi» uno dei cardini del piano strategico 2019-2020. A questa sfida la professione può rispondere con le proprie tradizionali competenze, ma anche con servizi che consentono ai clienti di dirigere e controllare la loro attività e che i professionisti hanno imparato a sviluppare sul campo.

Va ricordato che una caratteristica peculiare delle Pmi è che le loro relazioni d’affari sono basate prevalentemente sui rapporti di fiducia personali. In questo contesto è strategico rafforzare il legame tra Pmi e professionisti, anche oltre le prestazioni tradizionali ripetitive e di poco valore aggiunto. Il «patto» è per crescere insieme. Come?

a) Nel migliorare l’informativa societaria e della struttura organizzativa per facilitare l’accesso al mercato dei capitali;

b) nell’assistere l’informatizzazione dei processi;

c) nel costruire modelli di pianificazione in linea con le nuove norme della crisi di impresa;

d) nell’accompagnare la crescita dimensionale anche internazionale; e) nello specializzarsi sulle esigenze delle filiere produttive.

Si sente molto parlare di esigenza di “cambiare passo” per le organizzazioni di categoria e professionali; la scelta della direzione e dei compagni di viaggio, in accordo con i temi del dibattito europeo, è la prima delle risposte concrete.

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