Professione

Commercialisti verso lo sciopero: presidio al Mef il 1° ottobre organizzato da Adc, Anc, Sic e Unico

di Redazione Quotidiano del Fisco

Un sit in davanti al ministero dell’Economia in via XX Settembre a Roma dalle 11 alle 14 di martedì 1° ottobre. È l’iniziativa annunciata ieri da quattro delle nove sigle dei sindacati dei commercialisti che hanno proclamato lo sciopero a partire da lunedì prossimo. Il presidio è promosso infatti, da Adc, Anc, Sic e Unico per manifestare contro l’applicazione degli Isa per l’anno d’imposta 2018. Un’ulteriore forma di protesta scaturita anche dalla «delusione e amarezza» (a detta delle quattro sigle) per la risposta del Mef al question time di giovedì in commissione Finanze alla Camera, da cui non sono arrivate le aperture attese ma solo l’affermazione che il punteggio dalla sufficienza in giù non basterà automaticamente per far scattare i controlli. Non a caso, l’hastag lanciato per il presidio è «#aveteISAgerato». E il tentativo delle quattro sigle con il sit in è quello di essere ricevuti al ministero.

Non è detto, però, che la politica non convochi magari le rappresentanze istituzionali della categoria (il Consiglio nazionale) già per i primi giorni della prossima settimana. Un’occasione in cui i professionisti potrebbero presentare un pacchetto di proposte, non solo per il presente ma anche per il futuro degli Isa nel segno di una maggiore condivisione dello strumento, dei premi e della selezione per l’analisi del rischio.

Intanto lunedì 30 settembre - ultimo giorno per il versamento delle imposte e dei contributi dei soggetti Isa e di minimi e forfettari -inizia lo sciopero su cui c’è stata una convergenza di 9 sigle (Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdcec ed Unico). Si concretizzerà nel mancato invio dei modelli F24 (solo per le proprie imposte e non quelle dei clienti) tra il 30 settembre e il 1° ottobre e nella partecipazione alle udienze tributarie fino al 7 ottobre. «Lo sciopero è confermato» ha ribadito Daniele Virgillito, presidente dell'Unione dei giovani commercialisti che ha aggiunto: «Vogliamo essere ascoltati perché lanciare dei provvedimenti spot che non guardano al sistema crea il delirio».

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