Diritto

Crisi d’impresa, possibili interventi mirati sul Correttivo

Il passaggio nelle commissioni parlamentari potrebbe aprire a ulteriori correttivi per le piccole imprese

di Alessandro Galimberti

Il passaggio nelle commissioni parlamentari del decreto correttivo sulla crisi d’impresa potrebbe riaprire il capitolo sulle piccole imprese per recepire le indicazioni provenienti dal mondo associativo. A rendere nota la disponibilità del ministero a intervenire attraverso i decreti delegati è stato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ieri mattina a margine dell’inaugurazione del biennio della scuola di giornalismo Luiss. «Apprezziamo che il ministro Bonafede, di fronte alle nostre osservazioni critiche nei confronti del provvedimento sulla crisi d’impresa - osservazioni puntualmente rilanciate dal presidente della Piccola Industria Carlo Robiglio sul Sole 24 Ore di venerdì mattina - ci abbia prontamente contattati per comunicarci la disponibilità ad aprire un confronto - ha detto Boccia -. D’altra parte già in passato, di fronte a delle divergenze, il ministro si è mostrato aperto al dialogo». Parole che hanno determinato da via Arenula la «soddisfazione» del ministro, il cui entourage fa sapere di incassare con favore l’apertura di credito del presidente confindustriale.

La riapertura del capitolo degli “alert” e degli Ocri (gli organismi deputati a intercettare e gestire in anticipo i prodromi della crisi), stando alle dichiarazioni del ministro Bonafede, dovrebbe manifestarsi con interventi mirati sul Correttivo - in procinto di essere instradato alle Commissioni parlamentari per il via libera di competenza - mediante una sorta di emendamento governativo.

Uno dei temi caldi è la tempistica di adozione delle nuove (e onerose) procedure per le imprese di minori dimensioni. Se è vero che la mini-proroga al 15 febbraio 2021 è arrivata per una fascia di imprese numericamente rilevante, è altrettanto evidente che il superamento di uno solo dei parametri di esenzione (4 milioni di attivo patrimoniale; 4 milioni di ricavi delle vendite e delle prestazioni; forza lavoro di 20 dipendenti dipendenti occupati in media durante l’esercizio) basterebbe per essere soggette alle misure di allerta già dal 15 agosto prossimo.

Le imprese minori non hanno peraltro l’obbligo di nomina dell’organo di controllo o del revisore contabile.Sono imprese che, proprio perché prive di supporto “tecnico” interno, potrebbero trovarsi impreparate a fronte di una eventuale segnalazione esterna proveniente da un creditore pubblico qualificato. Queste imprese rischierebbero infatti di arrivare agli Ocri senza una preventiva trattazione interna con l'organo di controllo, e soprattutto con una molto minore probabilità di disporre dei necessari adeguati assetti organizzativi – fondamentali per generare le informazioni da esaminare negli Ocri.

Per quanto riguarda i segnalatori, restano gli obblighi di segnalazione per le piccole imprese (comprese tra i 4 e gli 8 milioni di fatturato) nonostante la forte richiesta di proroga da più parti, perdendo finora l’occasione per consentire al sistema delle imprese, che sta iniziando ora a comprendere questa parte della riforma, di procedere ad una adozione generalizzata degli adeguati assetti organizzativi. La norma del correttivo, almeno prima dell’intervento promesso dal ministro, non risolve il problema più volte sollevato per le imprese dotate di organo di controllo: il tempo insufficiente per la fase cruciale dell’allerta, quella interna precedente la segnalazione degli organi di controllo. Si tratta di 30 giorni, a cui aggiungere 60 giorni di monitoraggio, pochi per le piccole imprese a cui servirebbe più tempo per avviare percorsi di risanamento onde evitare segnalazioni.

Il correttivo ha però introdotto il beneficio per le piccole imprese di esenzione dalle segnalazioni dei creditori pubblici qualificati, scelta che servirà a rendere meno affollati gli Ocri all’inizio della loro attività.

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