Professione

I commercialisti riscrivono i parametri con minimi e massimi

di Federica Micardi e Gian Paolo Tosoni

I commercialisti rilanciano sui parametri. Il Consiglio nazionale della categoria ha inviato al ministero della Giustizia una proposta di modifica del decreto ministeriale 140 del 20 luglio 2012, adottato dopo l’abrogazione delle tariffe professionali per consentire ai giudici di decidere in caso di contenzioso.

Un decreto che si è rivelato non adeguato. Secondo il presidente della categoria Massimo Miani «la scelta fatta nel 2012 di adottare un unico provvedimento per i parametri di diverse categorie professionali con attività eterogenee ha comportato in questi anni l'emersione di dubbi interpretativi e di lacune della disciplina non rimediabili neppure con l'applicazione in via analogica delle disposizioni stesse».

Nella proposta di modifica del decreto 140/2012 quando possibile si è rimandato a parametri già esistenti di altre professioni (avvocati e consulenti del lavoro), sono state introdotte una serie di attività, tipiche della professione del commercialista, che mancano nell’attuale versione, ed è stata prevista la possibilità di modulare il compenso a seconda della complessità della prestazione. Una scelta, spiega il consigliere delegato alla materia Giorgio Luchetta, fatta perché «la mancata previsione di forbici nella determinazione dell'ammontare del compenso, come anche di un aggiornamento periodico dei parametri stessi, ha reso difficile in questi anni applicare i parametri alle situazioni che concretamente si presentano nel quotidiano svolgimento dell'attività professionale».

Il testo elaborato dai commercialisti vuole essere un punto di partenza: «Mi auguro - afferma Luchetta - che venga integrato con i parametri delle altre professioni e sia utile per il tavolo tecnico sull'equo compenso presieduto dal sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone. Questo testo - aggiunge Luchetta - potrebbe diventare il viatico per una norma sull'equo compenso, un tema molto attuale per noi professionisti e attenzionato anche da alcuni politici; l'ultima proposta di legge sull'argomento è stata presentata dall'onorevole Andrea Mandelli (Fi) il 12 luglio scorso».

Tornando alla proposta di modifica del Dm 140/2012, negli articoli dedicati alla professione del commercialista entrano le nuove attività emerse negli anni della crisi come la ristrutturazione dell’area finanziaria delle aziende.

Nell’articolo 15 del provvedimento, dove sono previste le tipologie di attività, vengono inserite le prestazioni per l’assistenza nella procedura del sovraindebitamento, le asseverazioni ed attestazioni anche in relazione all’articolo 67 della legge fallimentare, gli arbitrati, le attività dei componenti degli organismi di vigilanza, la consulenza aziendale specifica, nonché l’assistenza aziendale e societaria continuativa e generica. Viene poi inserita l’attività di prestazioni in tema di consulenza del lavoro ed adempimenti previdenziali.

Il settore della crisi di impresa e della ristrutturazione del debito trova ampio spazio nell’articolo 16 in cui si esaminano le definizioni della «consulenza economico-finanziaria», che comprende lo studio delle diverse forme di finanziamento e la «consulenza aziendale specifica» che comprende: la diagnosi dell’azienda, l’analisi di bilancio, l’analisi delle redditività dei prodotti e l’assistenza alle scelte relative alla configurazione dei nuovi sistemi di elaborazione elettronica.

Dettagliata la proposta per il contenzioso tributario; nella fattispecie il compenso è determinato in base all’importo di imposte, tasse, contributi e relativi accessori. La struttura della norma appare consona ai processi ordinari. Si deve avere riguardo alla fase di studio della controversia; alla fase introduttiva del giudizio e quindi la reazione e trasmissione del ricorso; alla fase istruttoria con memorie illustrative; e alla fase decisionale con le precisazioni delle conclusioni comprese le fasi successive alla decisione.

Per la attività di formazione dei bilanci vengono presi in considerazione anche i bilanci sociali ed ambientali.

In ordine all’incarico di sindaco viene previsto che il compenso non può essere inferiore ad 4mila euro che salgono a 6mila in caso di sindaco unico.

Viene anche introdotta, per l’attività professionale svolta fuori dallo studio, un’indennità di trasferta orario di 80 euro con un massimo di 640 euro giornalieri; si tratta solo di un quid che si aggiunge al vero e proprio compenso. Lo stesso importo di 80 euro viene indicato, come compenso orario, quando il professionista è chiamato ad assistere il cliente ma la prestazione non ha valore.

Per le dichiarazioni dei redditi viene prevista una maggiorazione del compenso in presenza di modello 770 con dipendenti.

Per la maggior parte dei compensi è stata introdotta una “forbice” in base alla quale viene stabilita la riduzione nonché la maggiorazione massima consentita. Ad esempio, per i compensi relativi alla predisposizione della dichiarazione dei redditi come adempimento formale è prevista una riduzione fino al 50% ovvero una maggiorazione fino al 60 per cento. Per la dichiarazione dei redditi era previsto anche il compenso per la consulenza fiscale in base alle imposte dovute che invece ora viene eliminato nell’articolo 28, ma viene riproposto nel riquadro 10.3 introducendo la percentuale del 3% con una forbice di riduzione fino al 1,5% ed aumento fino 5% , in luogo di quella precedente dall’1 al 5 per cento.

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