Diritto

Il processo tributario diventa (quasi solo) documentale

Le linee guida varate dal Cpgt

La fase 2 del processo tributario in tempi di Coronavirus diventa documentale. Da oggi e fino al 31 luglio le parti dovranno rinunciare a partecipare all’udienza pubblica. Il contraddittorio potrà essere assicurato con il deposito di atti poi vagliati in camera di consiglio dal giudice. Diversamente, le parti che non rinunceranno alla pubblica udienza si vedranno rinviare il processo.

È questo il senso delle linee guida varate ieri dal Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (Cpgt), presieduto da Antonio Leone, che mira ad arginare il rischio di assembramento nelle Commissioni di ogni ordine e grado. Di fatto le regole non sono vincolanti, tanto che la Ctr Lombardia anche in questa fase emergenziale è pronta a far svolgere l’udienza pubblica su richiesta delle parti, salvo che non ci sia una valutazione negativa dell’Asl sullo stato delle aule che non consentano un adeguato distanziamento.

Ma andiamo con ordine. Ieri il Cpgt ha sostanzialmente codificato il processo tributario documentale. Il Consiglio precisa alle Commissioni «di valutare la possibilità di favorire, per il periodo dal 12 maggio al 31 luglio 2020, la trattazione dei ricorsi in cui è stata presentata istanza di pubblica udienza e di valutare la possibilità di consentire comunque la trattazione dei ricorsi, ove la parte ricorrente lo chieda, rinunciando alla pubblica udienza o ai termini processuali di costituzione o di deposito delle memorie». Qualora «non intervenga una rinuncia espressa alla richiesta di pubblica udienza già formulata, ovvero qualora una delle parti chieda, anche successivamente alla ricezione dell’avviso di trattazione, la audizione personale, la causa sarà rinviata a data successiva al 31 luglio 2020».

Si tratta, dunque, di misure organizzative chieste di recente anche dall’Amt, l’Associazione magistrati tributari, necessarie, spiega la presidente Daniela Gobbi «per non avere una giustizia tributaria frammentaria, gestita diversamente a seconda della regione di appartenenza; le eventuali differenziazioni necessarie a causa di situazioni sanitarie diverse saranno comunque possibile attraverso l’intervento dei presidenti». Il problema della frammentarietà organizzativa è concreto, come emerge da un sondaggio effettuato dalla Scuola di formazione dell’Uncat effettuato presso 40 commissioni regionali e provinciali. Il sondaggio ha rilevato anche il sostanziale blocco dell’attività della giustizia tributaria nella fase 1.

Tornando alle linee guida del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, alcune sono già state adottate a partire dal 30 aprile scorso dalla presidente della Ctr Lazio, Paola Cappelli. Con una nota, infatti, il giudice ha già dato il via libera al processo documentale, prevedendo il rinvio nel caso in cui le parti intendano partecipare all’udienza pubblica. Di fatto, stando a quanto emerge, sarebbero numerosi i soggetti - compresa l’agenzia dell’Entrate - che starebbe già optando per il rinvio, ma solo per quei contenziosi di un certo rilievo.

In Lombardia quasi tutte le sezioni si stanno organizzando per trattare le cause in camera di consiglio e le cause urgenti. Le sezioni che, invece, hanno deciso di non fissare udienze perché hanno giudici che risiedono lontano e fuori regione segnaleranno le cause urgenti al presidente della Ctr Domenico Chindemi che le assegnerà a due sezioni che hanno il compito specifico di fare solo le urgenze. È stato inoltre deciso che una sezione che si occuperà solo della trattazione delle istanze cautelari. A giugno - pandemia permettendo - ci sarà una sostanziale ripresa dell’attività. Il presidente Chindemi ha invitato le parti coinvolte nelle cause urgenti a concludere con note scritte, se però verrà richiesto il contraddittorio sarà consentito con la predisposizione delle necessarie misure di sicurezza, anche se le aule che consentono di garantire le distanze adeguate non sono molte.

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