Controlli e liti

Fisco, stop ai pignoramenti su conti correnti e stipendi

Nel nuovo decreto allo studio anche il blocco ai versamenti di Iva, ritenute e contributi per aprile e maggio

di Marco Mobili

Stop ai versamenti di Iva, ritenute e contributi per i mesi di aprile e maggio. Con uno sguardo anche su giugno, conti permettendo. Bloccati i pignoramenti dei conti correnti e del quinto dello stipendio, gli avvisi bonari e gli accertamenti. Deroga in arrivo anche sui termini del bonus prima casa per non perdere l’agevolazione su Iva e imposta di registro. E come richiesto da maggioranza e opposizioni sempre più possibile lo slittamento al 2021 di sugar e plastic tax.

È ricco il pacchetto di sospensione di versamenti e adempimenti fiscali cui sta lavorando il Governo per il prossimo decreto e che potrebbe essere già anticipato nel weekend o subito dopo con il piano messo a punto dal Mef per assicurare liquidità alle imprese. D’altronde, già in occasione del decreto di marzo, ribattezzato “cura Italia”, era stato il ministro dell’Economina Roberto Gualteri a sottolineare come la liquidità alle partite Iva e alle piccole imprese sarebbe stata garantita anche con la sospensione dei pagamenti di Iva, ritenute e contributi.

Inoltre questa volta non si vuole replicare la corsa allo stop di pagamenti arrivato di fatto a termini già scaduti con il Dl 17 marzo n. 18. Il decreto aprile rischia di arrivare tardi rispetto al termine del 16 aprile, scadenza per i versamenti di tasse e contributi visto che lo scostamento dal deficit per le nuove risorse non è stato ancora deciso e soprattutto non è stata ancora chiesta l’autorizzazione alle Camere.

Intanto si studiano platee e tempi per lo stop a tasse e contributi. Lo scenario rispetto alla metà di marzo con il blocco dei pagamenti fiscali e contributivi del mese scorso è completamente cambiato e la chiusura di imprese e attività riguarda ormai tutta Italia. E, ascoltando il grido di allarme lanciato da Confindustria e dal mondo delle partite Iva, la scelta di sospendere i versamenti per le filiere più colpite dall’epidemia o per volumi d’affari fino a 2 milioni di euro, come fatto con il decreto “cura Italia”, non è più replicabile. Per questo non si guarda più alle filiere e si lavora a una sospensione per le partite Iva e le imprese con volume di affari fino a 10 milioni e un calo del fatturato di almeno il 25 o il 33%. Percentuale quest’ultima che sarà comunque definita una volta messo a punto il quadro di intervento complessivo e la platea di partite Iva ammesse alla sospensione. Questa volta lo stop ai pagamenti, che riguarderà anche i trimestrali Iva, sarà di almeno due mesi e quindi per aprile e maggio. Con uno sguardo anche a giugno, dove però sarà necessario tener conto dell’autotassazione.

Tra le sospensioni non considerate nel Dl di marzo da recuperare con il nuovo decreto si studia lo stop dei pignoramenti di conti correnti bancari e degli stipendi, i cosiddetti prignoramenti presso terzi che oggi rappresentano il principale strumento di riscossione coattiva di Entrate-Riscossione. Soluzione in arrivo anche per gli avvisi bonari e gli accertamenti, nonché per i termini del bonus prima casa (si veda il Sole 24 Ore del 31 marzo).

Come promesso da Gualtieri in audizione alle Camere nelle scorse settimane, arriverà anche la mancata applicazione delle sanzioni per ritardati versamenti per chi ha versato oltre il 20 marzo, ma comunque entro il 31 marzo scorso. Rimessioni in termini anche per i ritardari delle certificazioni uniche dei redditi, il cui termine è scaduto a fine marzo.

Uscito per estraneità di materia dall’esame del Dl “cura Italia” al Senato, potrebbe tornare nel decreto di aprile, risorse permettendo, il rinvio al 2021 della sugar e della plastic tax. Sempre in attesa di risorse, anche l’ampliamento del credito d’imposta per gli affitti di immobili ad uso non abitativo che verrebbe esteso a studi professionali e capannoni delle imprese.

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