Finanza

Contributo Sabatini erogato in un’unica soluzione

La legge di Bilancio modifica le regole sull’incentivo, semplificandolo ancora

di Alessandro Sacrestano

Dalla legge di Bilancio 2021 arriva una nuova sensibile spinta propulsiva alla Sabatini (articolo 2 del Dl 69/2013) che, a modifiche attuate, risulterà ancora più attenta alle esigenze di liquidità dei beneficiari. Con una ulteriore modifica al testo dell’articolo 2, comma 4 del Dl 69/2013, infatti, il disegno di legge di Bilancio dispone che, in via strutturale, l’erogazione del contributo avvenga sempre e soltanto in un’unica soluzione, ovviamente secondo le modalità disciplinate dal decreto medesimo.

Si tratta di un nuovo, apprezzabile ritocco alla disciplina dell’incentivo che, nella fattispecie dell’erogazione, era già stata recentemente modificata prima dal Decreto Crescita (Dl 34/2019) e, successivamente, dall’articolo 39 del Dl Semplificazioni (Dl 76/2020).

Questa ultima norma era già intervenuta, in effetti, sulle modalità di erogazione del contributo in conto impianti. Col cosiddetto decreto Crescita, invero, il legislatore era intervenuto per regolamentare la possibilità, per i soli finanziamenti fino a centomila euro, di ricevere il beneficio in un’unica soluzione.

Successivamente, il decreto Semplificazioni aveva esteso detta opportunità a tutti finanziamenti deliberati per un importo non superiore a duecentomila euro, introducendo una sostanziale variante al meccanismo dell’incentivo che, di fatto, raddoppiava l’impatto provocato dal Dl Crescita aumentando notevolmente l’appeal della misura.

Per la verità, il comma due del citato articolo 39 aveva già disposto, per gli investimenti agevolati delle micro e piccole imprese ubicate nelle aree in ritardo di sviluppo, e realizzati in osservanza della logica sottesa da industria 4.0, che il contributo fosse erogato in un’unica soluzione, e ciò a prescindere dal valore del finanziamento deliberato.

Ora, con il disposto della legge di Bilancio, tale prerogativa viene riconosciuta a tutti i beneficiari dell’agevolazione, non riscontrandosi, quindi, più alcun discrimine, in relazione al valore del finanziamento, per ottenere il contributo in un’unica soluzione. Per tale finalità, la norma impegna ben 370 milioni di euro per il solo 2021.

Si ricorda che l’incentivo in discussione è diretto alle Mpmi (micro, piccole e medie imprese), senza esclusione di settore, fatta eccezione per i comparti delle attività finanziarie e assicurative (sezione K della classificazione delle attività economiche ATECO 2007).

L’agevolazione premia l’acquisto di beni strumentali (macchinari, impianti, beni strumentali d’impresa, attrezzature nuovi di fabbrica e hardware, o immateriali, come software e tecnologie digitali, a uso produttivo), anche se eseguiti attraverso leasing finanziario attraverso il riconoscimento di un finanziamento o di un leasing finanziario, concessi da banche e intermediari finanziari aderenti alla convenzione CDP-ABI-MiSE, a copertura del 100% dell’importo totale degli investimenti candidati agli aiuti, con una durata massima (comprensiva di un periodo di preammortamento non superiore a dodici mesi) di cinque anni, decorrenti dalla data di stipula del contratto di finanziamento ovvero, nel caso di leasing finanziario, dalla data di consegna del bene. L’incentivo, comunque, non si sostanzia solo in un accesso facilitato alle risorse finanziarie.

Una parte complementare del beneficio è, infatti, accordata attraverso il riconoscimento di un contributo finalizzato a coprire parte degli interessi sopportati a fronte del finanziamento o del leasing sottoscritto. La misura del contributo varia a seconda del tipo di investimento eseguito. L’aiuto, per gli investimenti ordinari, è pari all’interesse calcolato, in via convenzionale, al tasso del 2,75% su un finanziamento di cinque anni e d’importo equivalente a quello concesso dalla banca o intermediario finanziario aderente alla convenzione.

Per le imprese che investono, invece, in tecnologie digitali la percentuale è incrementata del 30% ed è, pertanto, pari a 3,575%. Si tratta dell’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature in tecnologie digitali, quali gli investimenti in big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica, realtà aumentata, manifattura 4D, Radio frequency identification (Rfid) e sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti.

Tutte le Mpmi che effettuano i suindicati investimenti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia possono ottenere uno spread della percentuale del contributo che passa al 5,50%.

Analogamente, per l’acquisto, anche mediante leasing, di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, a basso impatto ambientale, nell’ambito di programmi finalizzati a migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi, certificati dal fornitore dei beni e dei servizi o da un professionista indipendente, sarà fruibile un contributo sugli acquisti del 3,75%.

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