Finanza

Ristori anche ai piani di risanamento in corso

Il Mef chiarisce il dubbio rispondendo a un’interrogazione parlamentare

di Bruno Barile

I soggetti che hanno in corso un piano attestato di risanamento, ai sensi dell’articolo 67 della legge fallimentare non sono esclusi dal beneficio dei ristori. Con la positiva risposta fornita in commissione Finanze e Tesoro dal sottosegretario al Mef Maria Cecilia Guerra all’interrogazione 3-02239, presentata dal senatore Marco Perosino (Forza Italia), è stata superata l’incertezza sulla spettanza dei “ristori” ai soggetti che alla data del 31 dicembre 2019 avevano in corso un piano attestato di risanamento. Si ricorda che sul tema degli aiuti di Stato a favore delle imprese colpite dallo stato pandemico le Entrate (circolare 22/E/20) avevano precisato che gli aiuti, in linea con le previsioni Ue, possono essere concessi alle microimprese o alle piccole imprese che risultavano già in difficoltà al 31 dicembre 2019 in base alle definizione di cui all’articolo 2, punto 18, del regolamento (Ue) 651/2014, purché non siano soggette a procedure concorsuali per insolvenza ai sensi del diritto nazionale e non abbiano ricevuto aiuti per il salvataggio (che non abbiano rimborsato) o aiuti per la ristrutturazione (e siano ancora oggetto di un piano di ristrutturazione). La precisazione ha fatto sorgere dubbi che hanno interessato quei soggetti che, al 31 dicembre 2019, pur non essendo assoggettati a procedure concorsuali, avevano in corso un piano attestato di risanamento e, in particolare, i soggetti che pur avendo in corso un piano di risanamento non hanno avuto aiuti specifici per la ristrutturazione o nuova finanza da destinare a tale scopo ma abbiano solo ottenuto il consolidamento del debito e la possibilità di rimborso dello stesso secondo un piano di ammortamento a lunga scadenza. con tassi di interesse inferiori a quelli che regolavano il debito ristrutturato con le banche o con i fornitori.

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