Imposte

Turismo, si punta a bonus da 325 euro per le vacanze

Allo studio una detrazione da applicare per soggiorni di almeno tre notti in strutture ricettive italiane

di Carmine Fotina

L’equilibrio delle coperture finanziarie per il prossimo decreto legge non sarà un esercizio banale. Le richieste dei settori più colpiti si moltiplicano a ritmo quotidiano e si avverte l’esigenza di supportare i settori più colpiti sia attraverso l’offerta sia con la domanda. Risponde a questa seconda necessità il lavoro in corso per incentivare la ripresa di uno dei settori in assoluto più colpiti, il turismo, che si vorrebbe rilanciare con aiuti diretti per l’acquisto di pacchetti vacanza.

Ma non è semplice farlo con buoni spesa automatici e immediati. C’è invece sul tavolo, almeno per ora, un meccanismo basato sulla detrazione fiscale, intervento che costerebbe allo Stato tra 1,2 e 1,5 miliardi di euro.

La bozza condivisa tra vari ministeri – e suscettibile come detto di varie modifiche – prevederebbe al momento una detrazione fiscale delle spese del 2020 per soggiorni di almeno tre notti presso strutture ricettive italiane. L’ipotesi di partenza è riservare il beneficio a lavoratori dipendenti e professionisti con un reddito complessivo compreso tra 7.500 e 26mila euro. Lo sgravio sarebbe rapportato al numero di componenti del nucleo familiare: massimo 100 euro con nessun componente a carico, 100 euro aggiuntivi per il primo componente, 75 euro per il secondo e 50 euro per il terzo. Arrivando dunque a un massimo di 325 euro. Per accelerare il vantaggio economico, i lavoratori dipendenti potrebbero chiedere che la detrazione venga applicata dal sostituto d’imposta già nel mese successivo alla presentazione della richiesta. Le prime stime delineano un costo della possibile misura di 1,2-1,5 miliardi.

Il lavoro dei tecnici dell’esecutivo però non basta a considerare chiuso il dossier. Ci sono diversi interrogativi ancora da affrontare. È utile lanciare un bonus vacanze già con il decreto di fine aprile, praticamente a lockdown ancora in corso? Ci sono le condizioni sanitarie per programmare un turismo su larga scala già quest’estate? Il vantaggio fiscale basterà di fronte ai timori degli italiani per situazioni di sicurezza, ad esempio in spiaggia, ancora del tutto indefinite? Non si può nemmeno escludere che l’intervento possa essere tenuto in stand by ancora per qualche settimana ed essere rilanciato, se si deciderà di varare un ulteriore decreto legge per gli investimenti ed il rilancio magari a maggio.

Gli operatori turistici tuttavia premono per segnali immediati. Confturismo-Confcommercio ha stimato, solo per il periodo marzo-maggio, un calo nelle strutture ricettive di oltre 31,5 milioni di presenze con una perdita di giro d’affari di poco inferiore a 7,5 miliardi. E alle porte c’è l’altissima stagione: nel periodo giugno-settembre gli esercizi ricettivi italiani ospitano circa il 60% delle presenze turistiche annue.

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