Professione

Commercialisti, specializzazioni ed esclusive per reinventarsi

Dal 2008 nell'Albo convivono storie professionali differenti. Il bilancio dei redditi della Cassa dottori e di quella ragionieri

di Antonello Cherchi

Non è facile fare una diagnosi dello stato di salute dell’Albo dei commercialisti, perché sotto uno stesso tetto convivono tre profili dalla storia differente: i dottori commercialisti, i ragionieri commercialisti e gli esperti contabili. Conseguenza della fusione tra le due professioni - quella dei dottori commercialisti e dei ragionieri - avvenuta nel 2008, con la creazione dell’Albo unico e con la contemporanea creazione della figura dell’esperto contabile. Un’operazione di unificazione che ha, però, tenuto in piedi le due Casse di previdenza: quella dei dottori e quella dei ragionieri.

La sintesi estrema potrebbe suonare così. I dottori commercialisti non se la passano male ma devono mettersi nella prospettiva di cambiare passo, affiancando alle sempre meno remunerative attività tradizionali nuove competenze da affrontare con lenti da specialista e non da “tuttologo”. Anche per i ragionieri commercialisti si pone lo stesso problema: trovare nuove opportunità di mercato soprattutto nel settore della consulenza. Allo stesso tempo emerge la nuova figura dell’esperto contabile: in questo caso si tratta di disegnare un perimetro di nuove competenze che dia un senso al percorso professionale nato nel 2008. L’esperto contabile (finora meno di 2mila iscritti all’apposito elenco dell’Albo) deve convincere il mercato di essere ben di più di un contabile esperto.

Un quadro articolato, che si presta a ulteriori letture a seconda che lo si guardi dalla prospettiva dell’Albo o da quella delle Casse.

L’Albo

Raccoglie, come detto, i dottori, i ragionieri e gli esperti contabili: i primi in uno stesso elenco, i secondi in una sezione ad hoc. Negli ultimi dieci anni gli iscritti, considerati nel loro complesso, sono sempre cresciuti, anche se nel recente passato con percentuali sempre più tendenti allo zero. Se poi si guarda all’ultimo rapporto della Fondazione dottori commercialisti, ci si rende conto che nel 2019 gli iscritti alla sezione A dell’Albo (dottori e ragionieri) erano in contrazione (-0,1%), mentre aumentavano quelli della sezione B (esperti contabili: +14%9). Il che ha consentito di tenere comunque il segno più davanti al saldo finale.

Dati che potrebbero dover essere riconsiderati alla luce del nuovo rapporto della Fondazione, che sarà presentato a ottobre con i dati 2020, perché le elaborazioni sembrano raccontare di un aumento più robusto sia di iscritti sia di praticanti (si veda l’intervista a fianco).

L’altro aspetto da mettere sotto osservazione è, infatti, quello dei tirocinanti: se gli iscritti indicano una seppur debole tenuta delle posizioni, gli aspiranti commercialisti sono, invece, sempre meno.

La Cassa dei dottori

Crescono gli iscritti e tengono i redditi. I dati della Cassa dei dottori commercialisti fotografano uno stato soddisfacente della professione, per quanto poi sia necessario fare i conti con le immancabili differenze territoriali.

«In futuro - avverte Stefano Distilli, presidente dalla Cassa - l’attività del dottore commercialista dovrà trovare nuovi filoni perché quelli vecchi si stanno estinguendo. Si deve diventare consulenti a 360 gradi: per le imprese, per la pubblica amministrazione, per i cittadini». Per quanto riguarda i redditi, l’incognita è quella degli effetti della pandemia: «Questo autunno, con le dichiarazioni 2020, capiremo quale è stato l’impatto. Probabilmente - aggiunge Distilli - sarà duplice, perché a livello di mole di attività nel 2020 il commercialista è stato molto indaffarato, ma non è detto che ciò si ripercuota sugli incassi perché pesa comunque la crisi economica».

La Cassa dei ragionieri

Dopo una ripresa nel 2019, il reddito medio ha avuto una flessione nel 2020. Oscillazioni che si sono ripetute negli ultimi dieci anni, anche se il risultato finale è che nel decennio gli incassi medi dei ragionieri hanno perso terreno. Così è stato per gli iscritti alla Cassa, perché l’ingresso degli esperti contabili non ha controbilanciato l’uscita dei “vecchi” ragionieri commercialisti.

«Stiamo lavorando - spiega il presidente Luigi Pagliuca - per promuovere la figura dell’esperto contabile, per far capire che si tratta di una professionalità con un percorso formativo certificato. Allo stesso tempo, abbiamo bisogno che il legislatore ci riconosca competenze esclusive: non è possibile che la nostra attività sia aperta a tutti».

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