Controlli e liti

Dieci miliardi in più grazie alla ripresa di versamenti e acconti

Riscossione in sofferenza ma il Governo studialo stralcio delle insegibilità

di Marco Mobili e Giovanni Parente

La ripresa dei versamenti sospesi e degli acconti rinviati dallo scorso anno torna a far crescere le entrate tributarie. Nel primo quadrimestre l’Erario registra 133,8 miliardi di euro con una crescita di poco più di 10 miliardi (+8,2%) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando in piena prima ondata dell’emergenza Covid erano stati disposti rinvii e scaglionamenti dei versamenti per venire incontro alle attività produttive e professionali colpite dal lockdown. Resta, invece, negativo l’andamento della voce delle entrate da accertamento e controllo che si attestano a poco più di 2,3 miliardi di euro con una contrazione del 23,7% (-728 milioni di euro).

In questo caso pesano - dal punto di vista dell’Erario - l’ulteriore sospensione dell’attività della riscossione disposta da ultimo dal decreto Sostegni-bis fino al 30 giugno, con i pagamenti arretrati per le cartelle congelate da recuperare entro il 2 agosto. Così come già il primo decreto Sostegni aveva ulteriormente spostato in avanti i termini per versare le rate della pace fiscale (rottamazione-ter e saldo e stralcio).

Ma il tema della riscossione resta in primo piano con il Governo che nei prossimi giorni dovrà presentare la relazione al Parlamento sullo stato del recupero di imposte, contributi e multe iscritti a ruolo. E non solo. Si lavora allo stralcio dei crediti inesigibili dopo cinque anni. Un’ipotesi che trova già consensi nell’ala destra della maggioranza.

Il responsabile economico della Lega, Alberto Bagnai, sottolinea che il perimetro temporale del cosiddetto “magazzino fiscale” verrebbe ridotto in questo modo con «l’obiettivo di incrementare l’efficienza finanziaria della riscossione e di liberare risorse amministrative da dedicare all’obiettivo centrale della lotta all’evasione». Plaude anche la capogruppo al Senato di Forza Italia, Annamaria Bernini, che giudica favorevolmente l’intenzione di tagliare le cartelle non più esigibili dopo cinque anni. Posizioni che andranno conciliate con quelle di Pd e Leu che, invece, denunciano il rischio di una sorta di condono permanente.

Tornando ai dati delle entrate tributarie diffuse ieri dal dipartimento Finanze del Mef, va segnalata la ripresa della corsa dell’Iva sia sugli scambi interni (+21,3% nel primo quadrimestre pari a 5,7 miliardi) sia sulle importazioni con un incremento di gettito di 612 milioni di euro (+16,5%). La ripresa tocca da vicino anche l’imposta di registro che cresce nel quadrimestre di 375 milioni (+30,8%): un indicatore che probabilmente riflette il ritorno delle compravendite immobiliari.

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