Professione

Le correzioni in Parlamento puntano ai nuovi voucher

di Marco Rogari

Prima maxi-scrematura degli emendamenti della manovra correttiva. Alla Camera la scure dell’ammissibilità è calata su circa 900 proposte di modifica delle quasi 2.600 depositate in commissione Bilancio. Un terzo dei ritocchi è dunque già saltato nella lunga corsa parlamentare che dovrà portare entro il 23 giugno alla conversione del maxi decreto. Tra i correttivi a resistere alla prima “potatura” spiccano l’addio alle monete da 1 e 2 centesimi presentato dal Pd (primo firmatario Sergio Boccadutri) e quello un po’ più velleitario sulla riforma dell’Irpef, da riarticolare in due sole aliquote (15% dalla no tax area fino ai 200mila euro di reddito annui e del 20% per i redditi superiori), targato Forza Italia (primo firmatario Alberto Giorgetti).

Corposo il pacchetto di ritocchi per aprire la strada ai nuovi voucher: si va dai “coupon” per il lavoro “breve”, proposti da Ap, alla “card” per il lavoro saltuario suggerita dalla Lega fino al “libretto” famiglia”, con il “marchio” Pd, per pagare le prestazioni occasionali di colf, badanti e insegnati impegnati nelle ripetizioni. Un correttivo di Sestino Giacomoni (Fi) sui Pir punta poi a estendere le agevolazioni fiscali per le persone fisiche anche alle Casse di previdenza e ai fondi che li sottoscrivono.

A saltare per effetto del “setaccio” delle ammissibilità, azionato esclusivamente sulla base del criterio dell’estraneità di materia, è una lunga serie di proposte fotocopia presentate da Pd, Sc e Lega per far scattare in modo certo l’Iva al 4% anche ai pani speciali. Stessa sorte per l’emendamento di Sc sulla flat tax al 10% per i pensionati esteri che trasferiscono la residenza in Italia, anticipato sul nostro sito web il 12 maggio. Stop anche alla proposta di alzare a 2mila euro la no tax area per le pensioni di reversibilità agli orfani e ai correttivi Si e Fdi per far scendere al 4% l’aliquota Iva sui prodotti per l’infanzia: dai pannolini ai biberon. Semaforo verde, invece, per l’emendamento del Pd finalizzato a introdurre una stretta contro l’evasione del bollo auto (rendendo impossibile la revisione senza il suo pagamento).

Dell’elenco dei circa 900 emendamenti “scartati” fanno parte anche quelli sul ritorno alla tassa sulle barche di lusso, sugli sconti fiscali per l’abbonamento ai mezzi pubblici e sulla possibilità di convogliare il 2 per mille alle bande musicali e alle associazioni culturali. Niente da fare per i ritocchi che puntavano a far leva su una delega al Governo per regolare il regime degli affitti brevi. Oggi pomeriggio saranno discussi i ricorsi presentati dai parlamentari contro gli stop di ieri e prima di sera i gruppi dovranno indicare i loro emendamenti “segnalati”.

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