Controlli e liti

Premio fedeltà ai contribuenti, così si tagliano le liti fiscali

Si studia al Senato un sistema con vantaggi per i comportamenti virtuosi e l’inversione dell’onere della prova a carico del Fisco. Va rivista l’età pensionabile dei giudici

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Maggiori tutele al diritto di difesa del contribuente sia con la possibilità di ricorrere in appello per le cosiddette micro liti fino a 3mila euro, sia con l’inversione dell’onere della prova che va posta a carico dell’amministrazione finanziaria soprattutto alla luce dell’ampio bagaglio informativo di cui può disporre con l’interoperabilità delle banche dati. Sono due degli 11 temi che la commissione Finanze del Senato è pronta ad affrontare per rivedere e correggere «in meglio» la riforma del contenzioso tributario. Si tratta di temi emersi alla luce delle manifestazioni di interesse esposte dai principali attori del processo e della giustizia tributaria. Ma soprattutto si tratta di temi concordati anche con il Governo e che saranno trasformati, prima della pausa estiva delle Camere, in emendamenti al Ddl di riforma.

Il termine per la presentazione dei correttivi è fissato per mercoledì 13 luglio, prima la commissione Finanze, sulla base dell’accordo sottoscritto dalle forze politiche alla Camera, proverà a chiudere definitivamente l’esame della riforma fiscale che ha iniziato il suo cammino a Palazzo Madama con la relazione introduttiva della relatrice Roberta Toffanin (Fi).

La revisione del contenzioso anche se presentata con un disegno di legge ad hoc è strettamente legata alla più generale riforma del sistema tributario ed è per questo che al Senato si viaggerà spediti anche sul fronte delle liti fiscali. Come accennato il diritto alla difesa del contribuente è al centro del pacchetto di emendamenti su cui si concentreranno le forze di maggioranza che appoggiano il Governo. A partire dall’esclusione dell’appello delle sentenze il cui valore della controversia non va oltre i 3mila euro. E se si considera che queste liti rappresentano il 49,9% del totale dei ricorsi depositati in Ctp e Ctr nel 2021, per i senatori è evidente che questa esclusione determina una forte limitazione all’esercizio del diritto di difesa.

C’è poi l’onere della prova che oggi grava sul contribuente. Anche alla luce della risoluzione di maggioranza sulla riforma del sistema fiscale, questo ”peso” va spostato dal contribuente al Fisco garantendo un maggior diritto alla difesa consentendo al cittadino e all’impresa di poter accedere al patrimonio informativo sempre più ampio di cui ora dispone l’amministrazione finanziaria.

Un altro grande obiettivo , che deve centrare la riforma anche per quanto promesso al Governo con il Pnrr, è la drastica riduzione delle sentenze in Cassazione . Un obiettivo finalizzato soprattutto ad assicurare tempi del processo tributario più veloci, anche questi a garanzia delle tutele del contribuente. E qui sullo sfondo si affaccia, neanche troppo velatamente, l’ipotesi di una «premialità fiscale» e sotto certi aspetti di una «pace fiscale» per razionalizzare le giacenze di liti ormai datate e soprattutto legate a regole e principi che la stessa riforma prova riformare radicalmente.

Altro tema da affrontare con i correttivi sono gli organici previsti dal Ddl governativo. La riduzione dell’organico è particolarmente significativo prevedendo un numero di magistrati tributari a regime di 576 unità (100 su opzione diretta e 476 vincitori di concorso) che però appare insufficiente anche alla luce della produttività pro-capite che, secondo le stesse stime del Mef, sarebbe pari a 374 sentenze annue per ciascun giudice professionale. Va poi considerato il nuovo limite di 70 anni per il pensionamento dei giudici anche già in servizio. La pianta organica dovrebbe ridursi di 700 unità che dovranno lasciare per quiescenza di cui molte in posizioni apicali. Per i senatori il rischio di allungare i tempi nel giudizio di merito è più che concreto: dagli attuali tre anni medi potrebbe passare nel breve periodo a cinque-sei anni. Per evitare questi effetti si punterebbe a far slittare gradualmente il limite di età, soprattutto per l’espletamento dei concorsi e per la riorganizzazione delle strutture amministrative e della geografia giudiziaria.

A questo si dovrebbe aggiungere anche un incentivo economico una tantum per sostenere e accelerare i tempi del passaggio su opzione dei magistrati dal ruolo di appartenenza a quello della giustizia tributaria.

Per far funzionare il sistema bisogna, però, eliminare l’attuale tappo in Cassazione, dove a fine 2021 risultavano pendenti oltre 47mila ricorsi tributari (il 42,6% del totale dei procedimenti civili). L’idea delle commissione Finanze del Senato è di replicare la sezione lavoro della Suprema corte, creando così una sezione strutturata per legge con magistrati stabilizzati, proprio nell’ottica di garantire un’interpretazione uniforme delle norme fiscali.

Infine sul «rinvio pregiudiziale in Cassazione» previsto dal Ddl governativo per consentire ai giudici di merito di chiedere alla Suprema corte di enunciare un principio di diritto, l’idea della commissione Finanze è di istituire un filtro particolarmente rafforzato per evitare il rischio di un eccesso di ordinanze di rinvio, che creerebbe il paradosso di appesantire ulteriormente il carico in terzo grado.

Le ipotesi di modifica

Appello per le micro liti

Garantire l’efficienza del sistema della giustizia tributaria ma senza ridurre i margini per la difesa del contribuente. Da questa riflessione la commissione Finanze del Senato parte per correggere il Ddl governativo di riforma. L’intenzione è di consentire l’appello per le liti di importo di valore ridotto, ossia quelle fino a 3mila euro di valore, anche perché rappresentano una quota pari al 49,9% del totale dei ricorsi pervenuti nelle Commissioni tributarie provinciali e regionali nel 2021.

Onere della prova

Altro punto su cui intende lavorare la commissione Finanze del Senato è quello dello spostamento dell'onere della prova dal contribuente all'amministrazione finanziaria in relazioni alle contestazioni di competenza e, al contempo, di favorire la piena accessibilità al patrimonio informativo già attualmente disponibile per le attività di difesa del contribuente. Punti su cui le commissioni Finanze di Camera e Senato si erano già espressi a favore negli indirizzi espressi in prospettiva della riforma fiscale.

Premialità e pace fiscale

Nell’agenda dei possibili interventi da valutare ci sono anche quelli relativi alla premialità fiscale e a possibili ipotesi di pace fiscale. Due concetti su cui, secondo i senatori della commissione Finanze, si impone una riflessione considerando che la riforma punta a introdurre anche in Italia il giudice tributario professionale e scelto tramite concorso a regime e, quindi, va affrontato il tema della razionalizzazione delle giacenze di contenzioso datate e relative a regole in via di modifica.

Le riduzioni di organico

Le prospettive di riduzione di organico rischiano, secondo i senatori della commissione Finanze, di allungare i tempi nel giudizio di merito. In prtica, dagli attuali tre anni in media si potrebbe passare nel breve periodo a cinque-sei anni. Per evitare questi effetti l’ipotesi di intervento è di far slittare gradualmente il limite di età, soprattutto per l'espletamento dei concorsi e per la riorganizzazione delle strutture amministrative e della geografia giudiziaria

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