Professione

Commercialisti, niente sciopero

di Alessandro Galimberti e Federica Micardi

Lo sciopero dei commercialisti è stato revocato. La notizia è arrivata ieri sera. Le sette sigle sindacali della categoria hanno rinunciato all’astensione collettiva alla luce delle risposte ottenute in questi giorni dal ministero dell’Economia. I sindacati, attraverso un comunicato, hanno espresso «soddisfazione per i risultati raggiunti con le misure contenute nel Milleproroghe: dallo spesometro semestrale per l’anno 2017 all’eliminazione delle comunicazioni dei beni ai soci; dall’eliminazione dei dati dei contratti di locazione all’adeguamento della normativa fiscale ai nuovi bilanci». Queste le istanze che hanno trovato una risposta immediata, mentre ci sono inoltre, si legge nel comunicato, importanti aperture su temi quali «il riconoscimento del ruolo del commercialista, la semplificazione e il riordino del sistema fiscale, la rimodulazione delle sanzioni per gli errori formali e altre questioni come lo spesometro annuale e non più semestrale a partire dal 2018 e la scadenza per la dichiarazione annuale Iva a settembre e non aprile, sempre a partire dal 2018.

A ciò si aggiungono i risultati raggiunti sul tavolo dell’Antiriciclaggio che ha preso il via nella giornata di ieri. Un tavolo per discutere il recepimento della direttiva comunitaria 2015/849 , a cui hanno partecipato, accanto al viceministro dell’Economia Luigi Casero e ai tecnici della Giustizia, il presidente del consiglio nazionale dei commercialisti Massimo Miani, il presidente dei Comitato unitario delle professioni e del consiglio nazionale dei consulenti del lavoro Marina Calderone e i rappresentanti di avvocati e notai.

L’incontro, che segue quello del dicembre scorso in cui erano state presentate le proposte emendative unitarie delle professioni, è stato sostanzialmente l’anticipo di quello della prossima settimana, in cui verrà presentata la bozza del testo che ridisegna in chiave comunitaria la prevenzione amministrativa del riciclaggio. Nelle more i rappresentanti ordinistici hanno ottenuto chiare garanzie di allineamento ai loro desiderata: riproporzionamento e riduzione delle sanzioni, revisione del meccanismo del cumulo materiale, ripensamento sul ruolo degli ordini. «Abbiamo sottolineato - racconta Miani - la differenza tra gli aspetti formali, da rivedere, da quelli sostanziali, e abbiamo chiesto di delimitare gli ambiti di applicazione degli obblighi di adeguata verifica e di ridurre l’entità delle sanzioni». Istanze condivise anche da Michele Nastri, consigliere nazionale del Notariato che aggiunge: «Resta l’attesa di una maggiore determinatezza del contenuto dei nuovi obblighi e la necessità di una normativa razionale che elimini al massimo le aree di incertezza». Soddisfatta anche Marina Calderone che evidenzia l’importanza di tenere fuori dalle norme antiriciclaggio le buste paga e le dichiarazioni fiscali: «Senza l’esenzione ci sarebbe un aggravio di oneri sproporzionato e superfluo rispetto alle finalità della normativa». Per Carla Secchieri, coordinatrice della commissione forense sull’antiriciclaggio, i ministeri «mostrano di aver compreso le nostre istanze, dall’abbandono del Ordini come “controllori” sugli iscritti, all’ammontare delle sanzioni e, soprattutto, la differenziazione dell’impianto normativo in base all’organizzazione: una banca non può equivalere allo studio professionale individuale».

Un’altro tavolo da cui i sindacati dei commercialisti si aspettano risposte importanti e che vedrà protagonisti il Mef, Confindustria e i commercialisti è quello sulla fatturazione elettronica e il fisco digitale. Un tavolo che sarà “osservato speciale” perché le associazioni sindacali fanno sapere che «vigileranno per verificare la reale concretizzazione delle aperture ricevute....un risultato storico, mai raggiunto in precedenza in termini di interlocuzione con le istituzioni».

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