I temi di NT+Modulo 24

Esclusione dagli Isa, bloccata l’integrazione volontaria di maggiori ricavi o compensi

Il blocco all’integrazione volontaria di maggiori ricavi o compensi riguarda tutti i soggetti esclusi dall’applicazione degli Isa e non solo coloro che lo sono per effetto degli effetti pandemici

di Gian Paolo Ranocchi

Tra i temi trattati dalle Entrate nelle risposte ufficiali a Telefisco 2022 c’è anche il blocco all’integrazione volontaria di maggiori ricavi o compensi, che riguarda tutti i soggetti esclusi dall’applicazione degli Isa, e non solo coloro che lo sono a causa della pandemia.

Una delle domande poste è stata se i soggetti esonerati dagli Isa per effetto delle cause disapplicative correlate agli effetti della pandemia da Covid 19 possano comunque dichiarare ulteriori componenti positivi in dichiarazione dei redditi fruendo dello speciale regime che governa tali integrazioni. La risposta è stata negativa. Vediamo perché.

L’adeguamento spontaneo di ricavi e compensi nell’ambito dell’applicazione degli strumenti di analisi dell’affidabilità fiscali dei contribuenti e più nello specifico delle piccole partite Iva non è di certo una novità. Già negli studi di settore, infatti, come molti ricorderanno, era prevista la possibilità di dichiarare spontaneamente maggiori ricavi o compensi al fine di adeguarsi ai valori stimati dall’applicativo Ge.Ri.Co. che andavano, nell’ambito del cosiddetto intervallo di confidenza da un dato minimo ad un puntuale, per raggiungere la “congruità” della posizione fiscale del contribuente: grazie all’integrazione era possibile disinnescare così il potenziale indiziario che avevano, ai fini accertativi, gli studi di settore o raggiungere il cosiddetto regime premiale.

Negli Isa la dichiarazione spontanea di maggiori ricavi o compensi migliora semplicemente il posizionamento del contribuente rispetto al risultato di affidabilità stimato dagli indicatori.

L’adeguamento, come noto, si ripercuote direttamente in dichiarazione elevando la base imponibile ai fini delle imposte sui redditi e dell’Iva con una conseguente maggiorazione delle imposte dovute dal soggetto ma senza applicazione di sanzioni sulle maggiori somme dichiarate. Nella pratica la dichiarazione di questi maggiori ricavi e compensi può consentire di migliorare il proprio dato reddituale per finalità non strettamente fiscali (si pensi al risultato della dichiarazione dei redditi in vista della richiesta di concessione di un finanziamento bancario) e costituire una sorta di ravvedimento implicito, in relazione ad eventuali operazioni attive non dichiarate nel corso dell’anno.

L’Agenzia chiude alla possibilità di questa integrazione volontaria partendo dal presupposto che «nei confronti di tali contribuenti, inoltre, coerentemente con quanto già precisato per coloro per cui sussiste una causa di esclusione dall’applicazione degli ISA, è preclusa la possibilità di accedere ai benefici premiali previsti dal comma 11 dall’articolo 9-bis del decreto» ed ulteriormente che «l’applicazione degli indici nei confronti di contribuenti che operano in un contesto economico o in condizioni specifiche significativamente diverse da quelle prese a riferimento per la costruzione degli indici stessi non fornisce garanzie di totale affidabilità dei risultati» (circolare n. 6/E/2021).

Ne consegue, sempre secondo l’agenzia delle Entrate, che è da escludere che si possa procedere alla dichiarazione di ulteriori componenti positivi in caso di mancata applicazione degli Isa anche perché gli “esclusi” devono limitarsi alla mera compilazione e all’invio del modello per mere finalità statistiche.

Ovviamente il blocco all’integrazione volontaria di maggiori ricavi o compensi riguarda tutti i soggetti esclusi dall’applicazione degli Isa e non solo coloro che lo sono per effetto degli effetti pandemici.

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