Adempimenti

Regia dell’Inps, patronati e Caf preparano la corsa all’Isee

Le modalità di presentazione delle domande sul sito Inps entro 20 giorni dal varo del decreto

di Michela Finizio

Può finalmente partire la corsa degli uffici per organizzare l’operazione assegno unico a tutte le famiglie italiane. L’approvazione del decreto attuativo, fa scattare la “macchina” che dovrà gestire la raccolta delle istanze e l’elaborazione degli Isee necessari a tutti i richiedenti.

Le modalità di presentazione delle domande verranno indicate dall’Inps sul proprio sito istituzionale entro 20 giorni dalla pubblicazione del decreto, in seguito al varo tecnico che dovrà arrivare entro 30 giorni delle commissioni parlamentari competenti e dalla Conferenza unificata. L’istituto fa sapere che sta lavorando all’implementazione sia della procedura amministrativa che di quella informatica, che comunque dovranno aspettare la pubblicazione del testo finale del decreto (e di eventuali modifiche) per essere definite.

La Consulta nazionale dei Caf, nel frattempo, fa pressioni per stringere la convenzione con l’Inps e garantire a tutti l’elaborazione dell’Isee. «Chiediamo vengano stanziate risorse adeguate per poter partire serenamente con una campagna che, in soli due mesi, dovrà coprire la quasi totalità delle famiglie italiane», afferma il portavoce della Consulta, Giovanni Angileri. Ai patronati, invece, spettarà il compito di raccogliere le istanze dei richiedenti, valutando caso per caso le documentazioni necessarie per richiedere l’assegno unico.

Anche i sindacati sono pronti a monitorare cosa accadrà nei prossimi mesi. «Ci preoccupa - ha sottolineato ieri a Mestre il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra - la permanenza, secondo le nostre simulazioni, di una quota ancora consistente di nuclei che rischierebbero di risultare penalizzati dalla riforma, circa il 18%, molti di essi peraltro sono tra i lavoratori dipendenti anche a basso reddito. Una condizione che non ci sembra adeguatamente salvaguardata dal temporaneo e parziale meccanismo perequativo che si intenderebbe adottare». Per questo motivo i sindacati chiedono che questo rischio vada sanato, «attraverso un impiego di maggiori risorse da orientare sulla misura, eventualmente ricavabili dal permanere di una quota di finanziamento contributivo da estendere anche ai lavoratori non dipendenti».

Più in generale, sono in tanti ora a chiedere che la riforma dell’assegno unico venga affiancata da un riordino delle aliquote fiscali che ne tenga conto, tutelando i redditi medi, dei carichi familiari. «Non possiamo pensare di lasciare solo all’assegno unico il compito di dare seguito al principio della capacità contributiva delle famiglie», sottolinea Gigi De Palo, presidente del Forum nazionale delle Famiglie. «Ci auguriamo che nell’ambito della riforma fiscale si tenga conto della famiglia nella sua complessità - aggiunge -. Ora serve pazienza per consentire a tutti di conoscere il nuovo strumento dell’assegno e per allestire la macchina organizzativa: l’importante è che l’assegno raggiunga tutti».

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