Imposte

Certificazioni di parità solo da enti accreditati

Per ottenere la premialità e gli incentivi fiscali necessari il logo Accredia e il marchio Uni

di Mauro Pizzin

I certificati di conformità alla prassi di riferimento Uni/PdR 125:2022 sulla parità di genere, incentivati con 10 milioni dal Pnrr, consentono alle aziende di accedere ai benefici fiscali e di ottenere la premialità negli appalti pubblici prevista dalla legge solo se possiedono il logo di Accredia e il marchio Uni perché sono gli unici riconosciuti dal Dpcm del 29 aprile scorso,

Lo hanno sottolineato in una nota congiunta, Accredia, l'Ente nazionale di accreditamento, e Uni, l’Ente Italiano di Normazione, intervenendo sul tema della certificazione della parità di genere. Le imprese dovranno, dunque, verificare con attenzione che l’organismo di certificazione sia accreditato, in base al Regolamento (CE) n. 765/08, per certificare secondo la Uni PdR 125:2022.

Il chiarimento – si spiega nella nota – si è reso necessario alla luce del fatto che sono apparsi sul mercato diversi certificati emessi da organismi non accreditati, «che non consentono di accedere né alle agevolazioni fiscali né alle premialità nei bandi di gara previsti dalla legge».

Accredia ha ricordato che al momento Italia sono sei gli organismi di certificazione accreditati e che più di venti hanno fatto domanda.

L’accreditamento garantisce che le certificazioni siano rilasciate da organismi competenti e imparziali e che abbiano loro stessi adottato un sistema di gestione conforme alla prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022. Tali verifiche sono condotte da Accredia sia per il rilascio dell’accreditamento sia per la verifica periodica del mantenimento dei requisiti previsti. Il marchio Uni garantisce a sua volta che lo schema di certificazione sia basato su un documento normativo emesso dall’Ente italiano di normazione e che rispetti i valori della normazione tecnica: coerenza, trasparenza, apertura, consensualità, volontarietà, indipendenza, efficienza.

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