Adempimenti

Servono procedure snelle e tempi più rapidi per il Durc online

di Matteo Prioschi

Tempi più lunghi del previsto per elaborare il Durc, difficoltà a interagire con le sedi territoriali, verifiche che riguardano situazioni indietro nel tempo, con richiesta di recuperare tutte le agevolazioni fruite, anche se di importo ingente. I disagi creati dai meccanismi automatizzati di controllo della regolarità contributiva utilizzati dall’Inps sono stati messi nero su bianco in una lettera che Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, ha inviato al direttore generale dell’istituto di previdenza, Gabriella Di Michele.

Buona parte dei problemi è determinata dall’automatizzazione del meccanismo di elaborazione del Durc che ha comportato, si legge nella lettera, «un aumento esponenziale delle verifiche» che soprattutto in alcune sedi con operatività già compromessa determina «mancato presidio dei cassetti nei termini, risposte incongrue o assenti, appuntamenti in tempi molto lunghi o addirittura impossibili». La verifica mensile automatizza, sommata alle richieste di Durc per procedure pubbliche determina un ingorgo, con conseguente mancato rispetto del termine dei 30 giorni per la conclusione dell’istruttoria per il documento e relativo silenzio-diniego.

A fronte di questa situazione, i consulenti auspicano che l’istituto nazionale di previdenza intervenga con una serie di azioni e circolari. Sul primo fronte viene chiesto di gestire le segnalazioni relative agli inviti a regolarizzare entro i 30 giorni previsti dalla richiesta del Durc, in modo da evitare il silenzio-diniego, nonché lo snellimento delle modalità di annullamento di Durc negativi emessi per errore in quanto non c’è stato alcun inadempimento.

Inoltre, dato che i controlli riguardano periodi risalenti nel tempo, sarebbe utile prevedere tempi più lunghi per gestire le irregolarità commesse prima del settembre 2017, cioè prima della partenza del Durc online. Quanto alla procedura attuale, invece, sarebbe utile spiegare meglio il sistema dei “semafori”, in base al quale il sistema indica lo stato della richiesta di regolarità o se l’azienda è conforme o meno.

Per quanto riguarda gli effetti di irregolarità effettive, invece, vengono rinnovate due richieste già inoltrate al ministro del Lavoro, Luigi Di Maio (si veda «Il Sole 24 Ore» dell’11 dicembre 2018) e cioè di limitare l’effetto di un Durc negativo al periodo successivo allo stesso, evitando di richiedere la restituzione dei benefici già fruiti, nonché commisurare il valore dell’irregolarità all’importo da restituire.

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