Controlli e liti

Liti fiscali, sulla riforma si cerca l’unanimità

Strada in salita per l’approvazione del Ddl dopo la crisi di governo. L’Amt scrive a Mattarella per indicare gli aspetti su cui sono necessari interventi

Strada in salita per la riforma della giustizia tributaria. Le istruzioni di Palazzo Chigi sul destino dei disegni di legge in chiave Pnrr con un governo in ordinaria amministrazione - seppur rafforzata - rischia di non avere effetti concreti sul restyling del contenzioso. Martedì i presidenti delle commissioni congiunte Giustizia e Finanze del Senato si riuniranno per pianificare i passi successivi dei lavori, con l’obiettivo di trovare un voto unanime per un testo condiviso da mandare entro agosto in un’Aula che si annuncia semi deserta per la campagna elettorale. Proprio mentre l’Amt (l’associazione dei magistrati onorari tributari) si schiera apertamente contro il Ddl di riforma del governo con una missiva inviata al presidente della Repubblica per indicare ulteriori criticità della riforma su cui occorre intervenire. In sostanza un no preventivo a un’approvazione lampo del testo consegnato dall’esecutivo alle Camere.

Allo stato alle commissioni sono arrivati oltre 200 emendamenti, ma l’intenzione è di scremare i correttivi in 11 punti fondamentali. Almeno questo è l’auspicio emerso anche da una riunione preliminare di fine giugno. Si vuole modificare il limite dell’impugnabilità per le liti fino a 3mila euro, potenziare il Cpgt (l’organo di autogoverno) e si affaccia anche l’ipotesi di una «premialità fiscale» e, sotto certi aspetti, di una «pace fiscale» per razionalizzare le giacenze di liti ormai datate. Insomma, diversi temi (alcuni divisivi) su cui ci dovrà essere un’unanimità non facile da trovare.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©