Adempimenti

Cartelle, più vicino lo stop ai versamenti per tutto agosto

Governo e Parlamento puntano a rinviare i termini e bloccare ancora le notifiche

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Niente versamenti delle cartelle ad agosto. Accordo fatto, o quasi, tra Governo e Parlamento sulla proroga della sospensione della notifica delle nuove cartelle (attualmente in scadenza il 30 giugno) che porta con sé anche lo slittamento in avanti anche della scadenza per saldare il conto dei versamenti sospesi dall’inizio del lockdown a marzo 2020. Senza una modifica legislativa, infatti, cittadini, imprese e professionisti si troverebbero davanti a uno “scalone” di 16 rate da recuperare (nel caso fosse già in corso o fosse stato chiesto un piano di dilazione) entro il 2 agosto. Così lo schema su cui si sta lavorando e da trasporre in una modifica in conversione del decreto Sostegni-bis in commissione Bilancio alla Camera (sono circa 500 gli emendamenti segnalati dai gruppi parlamentari di cui 130 dalle forze di opposizione) dovrebbe prevedere lo slittamento in avanti di almeno due mesi (al 31 agosto, quindi) del termine di notifica. Uno slittamento che, se confermato, sposta in avanti fino al 30 settembre i versamenti delle cartelle.

Ma non basta perché ci sono almeno due punti su cui sarà necessario un approfondimento tra maggioranza ed Esecutivo. Da un lato, il problema che il rinvio dei versamenti ordinari delle cartelle non coprirebbe quello delle rate 2020 della pace fiscale (quattro per la rottamazione-ter e due per il saldo e stralcio). Il decreto Sostegni-1 ha, infatti, portato la scadenza al 31 luglio che, in realtà, per il gioco dei sabati e delle domeniche e dei cinque giorni di tolleranza arriverà fino al 9 agosto. Difficile quindi che, in presenza di un differimento per le cartelle rateizzate o meno, la deadline delle definizioni agevolate resti inalterata. Qualche proposta di correttivo sul punto in Parlamento c’è già, con un collegato effetto domino che sposterebbe in avanti anche la scadenza del 30 novembre per le rate 2021 della pace fiscale. Ma bisognerà fare i conti con le risorse disponibili per coprire gli emendamenti che al momento sono solo 800 milioni e oltre mezzo miliardo se ne andrebbe solo per lo spostamento delle cartelle. E poi bisognerà finanziare le modifiche su cui c’è già convergenza: lo stop alla prima rata Imu per i proprietari di immobili con gli sfratti bloccati dall’inizio dell’emergenza Covid (circa 50 milioni), un rifinanziamento degli ecoincentivi auto e anche della nuova Sabatini. A meno che non venga consentito di attingere dal “tesoretto” dei risparmi per i sostegni non erogati.

L’altro problema - più strutturale - è che continuare a rinviare non risolve il problema: chi deve saldare i conti e non riesce a farlo per crisi di liquidità si trova davanti sempre più rate arretrate da versare. Da qui l’annuncio del leader della Lega Matteo Salvini che, nell’intestarsi il rinvio estivo e nel darlo ormai per fatto («passa la proposta della Lega: estate senza cartelle esattoriali»), ha rimandato all’autunno un progetto per mettere mano anche a rottamazione e rateizzazione. Un tema comunque sentito anche dalle altre forze politiche che sostengono il Governo Draghi, tanto che la viciministra Laura Castelli (M5S) durante il convegno online del 10 giugno organizzato dal Sole 24 Ore sulla riforma fiscale aveva parlato della necessità di «ammorbidire» le rate in scadenza.

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