Imposte

Evasione Iva, Italia al top nella Ue

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Italia sempre maglia nera nell’Unione europea sull’Iva evasa, anche se le misure degli ultimi anni sembrano aver prodotto i primi effetti sulla riduzione del tax gap. Secondo l’ultimo rapporto della Commissione Ue, il gap tra il gettito Iva prevedibile e quello realmente incassato è stato di 35 miliardi di euro nel 2015, il più alto di tutta la Ue in valore assoluto. E l’Europa, in totale, nel 2015 ha perso 152 miliardi di euro in Iva non incassata.

Scendendo nel dettaglio, il report di Bruxelles segnala che nel 2014 il gap era di 38 miliardi (sempre record nell’Ue) e nel 2011 quasi 41 miliardi. In percentuale, dal 2011 c’è stato un miglioramento del tax gap del 3 per cento. Numeri che non sono, però, allineati con quelli riportati nell’ultimo rapporto sulla lotta all’evasione che il Governo ha allegato alla nota di aggiornamento al Def approvata sabato scorso e ora all’esame del Parlamento. Infatti i dati inviati alle Camere dal ministero dell’Economia parlando di un andamento del tax gap diverso. La stima del 2015 - ancora in attesa dei dati Istat sull’economia sommersa - per ora si ferma a 34,77 miliardi. Ma la differenza maggiore tra i tecnici del Mef e quelli di Bruxelles emerge sul passato: nel 2011 la differenza tra l’Iva dovuta e quella effettivamente versata era di 36,3 miliardi contro i 41 “censiti” dalla Commissione, mentre nel 2014 a Roma risultavano 36,2 miliardi (mentre a Bruxelles, come anticipato, 38).

La tendenza di fondo è che, comunque, le misure come lo split payment (ora ulteriormente esteso dalla manovrina di primavera) e il reverse charge su computer, tablet e game console abbia contribuito a ridurre la forbice tra incassato ed evaso.

Al di là dei numeri, il problema resta prioritario per la commissione. «Gli Stati membri non dovrebbero accettare perdite così elevate dall’Iva», ha rimarcato il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici. E ha aggiunto che «la Commissione sostiene gli sforzi per migliorare la raccolta nella Ue», ma allo stesso tempo proporrà una revisione delle regole perché quelle attuali «sono datate, risalgono al 1993». Si lavora, quindi, a una proposta legislativa, che riguarda soprattutto le vendite transnazionali. «La nostra riforma aiuterà a tagliare le frodi transazionali dell’80% e a recuperare denaro molto importante per le casse statali», ha consluso Moscovici.

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