Controlli e liti

Superticket e previdenza, i ritocchi del «secondo tempo»

di Marco Mobili e Marco Rogari

Estromissioni, anche repentine, dal testo finale e ripescaggi in Parlamento a colpi di emendamenti. Appena concluso il primo tempo della manovra con l’invio da parte del Capo dello Stato al Senato, dove è già approdato il decreto fiscale, del Ddl di bilancio, già comincia il secondo tempo fatto di new ewtry nel provvedimento, come nel caso dello stop graduale al super ticket sanitario, e di recuperi di misure saltate in extremis, prima fra tutte la detassazione della previdenza complementare degli statali. Tra i possibili ritocchi in rampa di lancio, la web tax, un nuovo tetto per le detrazioni dei figli a carico, il prolungamento a tutto il 2017 della nuova rottamazione delle cartelle ex Equitalia e, come chiesto a più riprese da Confedelizia, l’estensione della cedolare secca sugli affitti agli immobili commerciali. Ma la partita, prima a Palazzo Madama e poi a Montecitorio, si giocherà soprattutto sullo stop all’aumento automatico a 67 anni nel 2019 dell’età pensionabile. Come anticipato dal Sole 24 Ore due le ipotesi sul tappeto: un’esclusione dal meccanismo dell’aumento delle 11 categorie di lavori gravosi previste dall’Ape social o a una misura per rinviare alla prossima estate la decisione amministrativa sull’innalzamento dell’asticella anagrafica.

Le votazioni in commissioni Bilancio al Senato cominceranno non prima della terza settimana di novembre. E tra le novità attese, soprattutto dalle piccole partite Iva, c’è la riportabilità delle perdite per chi è in regime di cassa. Nella manovra rientreranno anche alcune misure saltate dal testo finale, ma non tutte. Tra le norme rimaste al palo nel faticoso gioco degli incastri da una bozza all’altra ci sono la stretta sulle pensioni di guerra, la mini-patrimoniale sulle polizze Iva, la vendita con asta del magazzino di Equitalia così come che porta da 5 a 10 anni la prescrizione delle cartelle esattoriali non contestate. E ancora: la nuova definizione della stabile organizzazione ai fini fiscali secondo gli standard Ocse, la possibile voluntary disclosure per l'emersione delle opere d'arte e la detassazione della previdenza complementare degli statali. È scomparsa anche la riforma delle cartolarizzazioni dei crediti prevista soprattutto in funzione di imprimere un’accelerazione sullo smaltimento dei crediti deteriorati.

Tra le misure inizialmente messe a punto dal Mef in grado di assicurare maggiori risorse alle casse dell'Erario (con tanto di relazioni illustrative e tecniche di accompagnamento) spicca senz'altro l'introduzione dell'imposta di bollo del 2 per mille sulle polizze vita del Ramo I. Altra misura entrata e uscita nel gioco delle bozze della manovra di bilancio, cifrata per oltre un miliardo e mezzo di maggiori entrate, è la cessione dei crediti fiscali. Il magazzino della ex Equitalia in cui ci sono ancora circa 50 miliardi di euro da incassare. Più che di una vera e propria cartolarizzazione l’idea di fondo era quella di indire una gara ad evidenza pubblica escludendo dalla vendita i crediti soggetti a contenzioso così come quelli su cui il contribuente ha aderito alla rottamazione dei ruoli ed è in regola con i pagamenti dilazionati. Il Governo potrebbe comunque ripensarci ancora e ripescare la misura per puntellare i saldi della manovra. Non entrano in legge di bilancio i 150 milioni ipotizzati inizialmente per sostenere il made in Italy: il Mise avrebbe trovato uno strumento alternativo.

Nell’opera di affinamento del testo del Ddl di bilancio i tecnici del Governo a un certo punto avevano pensato di inserire nel capitolo dei risparmi di spesa un corposo pacchetto di misure finalizzato a introdurre una nuova stretta sulle pensioni di guerra e assegni vitalizi (relativi ai invalidi di guerra). L’intervento ipotizzato riguardava in particolare le future “reversibilità” che avrebbero dovuto essere garantite al coniuge superstite (in presenza delle condizioni di inabilità, proficuo lavoro e reddituali) ma non agli orfani e ai genitori (i trattamenti in essere restano garantiti). Questa norma è però scomparsa dalle ultime versioni dell'articolato.

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