Imposte

Baretta: rischio danno erariale se si spengono le New slot

di Marco Mobili

Uno switch off che potrebbe valere qualche centinaio di milioni di danno erariale, la perdita di 11mila posti di lavoro e una diffusa riapertura all’illegalità. È quello che si potrebbe concretizzare in Piemonte da lunedì prossimo 20 novembre quando sarà operativa la legge regionale (n. 9 del 2016) che impone agli esercenti di New slot e Vlt di spegnere gli apparecchi se collocati all’interno di bar e tabacchi dove l’attività di gioco non è prevalente. A lanciare l’allarme è Stefano Zapponini, presidente di Sistema Gioco Italia, la federazione che rappresenta il comparto del gioco e dell’intrattenimento di Confindustria: «Quanto sta per accadere in Piemonte è soltanto la punta di un iceberg, dove a perdere saranno tutti. Tra 30 giorni arriverà anche lo switch off dell’Emilia Romagna. E se non sarà resa operativa in tempi brevi l’intesa siglata all’unanimità tra Stato e regioni a vincere sarà soltanto il gioco illegale».

Ma cosa prevedeva l’intesa del 7 settembre scorso tra Stato e amministrazioni locali in conferenza unificata? Le regioni e i comuni dovranno adottare, nei piani urbanistici e nei regolamenti comunali criteri che tengano conto degli investimenti esistenti e consentano una equilibrata distribuzione nel territorio, allo scopo di evitare il formarsi di ampie aree nelle quali l’offerta di gioco pubblico sia assente o eccessivamente concentrata. «Un’intesa che, se non sarà tradotta rapidamente in norme, resterà scritta sull’acqua», precisa Zapponini, ricordando che il ministero dell’Economia e la stessa intesa prevedevano l’emanazione, entro il 31 ottobre scorso, di un apposito decreto di via XX Settembre per rendere pienamente operativo l’accordo sottoscritto, «Piemonte incluso», in conferenza unificata. Senza decreto e operatività dell’intesa, ha precisato ancora Zapponini, «sono a rischio non sono solo gli investimenti esistenti, ma quelli futuri dei bandi per le concessioni bingo e scommesse con ulteriore futuro danno erariale».

Di questo ne è ben consapevole lo stesso sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta che ha offerto alla Regione «la possibilità positiva di agganciarsi a una disposizione normativa per fermarsi un attimo e riorganizzare, vedendo insieme di trovare soluzioni». E sui danni erariali Baretta ha precisato: «Non vorrei che si aprissero procedimenti nei confronti di amministratori locali che dovessero prendere provvedimenti “contra legem”».

Ma non c’è solo il danno erariale. «Spegnere gli apparecchi senza attendere l’attuazione dell’intesa – spiega Massimiliano Pucci, presidente di Astro (Associazione degli operatori dell’intrattenimento e del tempo libero) – significa staccare la spina a quasi il 98% dei 29mila apparecchi distribuiti sulla regione». Con un effetto diretto anche sull’occupazione: «Sono a rischio 11.500 posti di lavoro. A cui vanno anche aggiunte 300 imprese che si occupano di gestione e manutenzione di slot per conto dei concessionari (con quasi 3mila tra addetti, agenti e impiegati) e 10 imprese di costruzione e distribuzione delle macchine (circa 350 occupati)». E non è tutto. Pucci, nel diffidare i comuni dal procedere nei confronti dei punti vendita senza aver realizzato la mappatura dei luoghi sensibili presenti sul territorio comunale, chiede la sospensione dell’operatività della legge del Piemonte «in attesa che sia pienamente attuata l’intesa raggiunta in conferenza unificata».

Al Mef, invece, il presidente di Astro chiede la sospensione delle tasse dovute su apparecchi spenti che dovranno essere obbligatoriamente spostati per non incappare in sanzioni salate: «Ogni gestore – ricorda Pucci nella lettera inviata a Padoan – dovrebbe versare ogni giorno e per ogni apparecchio il 19% della base imponibile stimata per ogni slot non collegata: oltre 2,3 milioni al giorno di tasse da versare su un’attività non operativa».

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