Controlli e liti

Sentenze in un database accessibile targato Pnrr

Il presidente di Aidc, Andrea Ferrari:«Equità tributaria anche con l’accesso alle sentenze di merito per le parti»

di Ivan Cimmarusti

L’obiettivo di avviare una banca dati «aperta» delle sentenze tributarie è ambizioso, ma procede con lentezza. Anche perché, al di là delle procedure burocratiche, bisognerà indurre gli attuali giudici del fisco ad aumentare la produzione di sentenze in modalità telematica, allo stato ferme al 45,6% nelle Ctp e al 33,3% nelle Ctr. Il processo di informatizzazione dei provvedimenti, infatti, è funzionale al progetto di database : quante più sentenze digitali saranno varate tante più saranno accessibili alle parti, così da consentire una «parità delle armi» tra agenzia delle Entrate e professionisti del fisco.

Allo stato gli unici che possono monitorare i provvedimenti emessi dalle Commissioni tributarie italiane sono l’Agenzia e i giudici. Questo anche se c’è un provvedimento del Garante del contribuente della Lombardia e se ci sono numerose richieste dei professionisti, in primis l’Associazione italiana dottori commercialisti (Aidc), che da tempo sollecitano l’apertura della banca dati.

Anche per questo il Cpgt, fin da marzo 2021, ha predisposto un progetto per consentire a tutte le parti l’accesso ai provvedimenti varati dai primi gradi del merito. I soldi già ci sono. Un primo finanziamento - già annunciato dal Sole 24 Ore sempre nel marzo del 2021 - riguarda 3,6 milioni di euro stanziati dal Pon. Ma altri soldi sarebbero in arrivo, considerato che il Governo ha deciso, con il Pnrr, di dare ampio spazio alla creazione di una banca dati di intelligenza artificiale accessibile a chiunque.

Il presidente di Aidc, Andrea Ferrari, spiega che «il tema dell’accesso alle sentenze di merito, attualmente concesso alle pubbliche amministrazioni ed in primis all’agenzia delle Entrate, ma non ai cittadini, è uno degli elementi necessari ma non sufficienti, per il raggiungimento dell’obiettivo di una equità tributaria». Aggiunge che «un corollario dell’equilibrio civile e giuridico tra cittadino ed erario è una giustizia tributaria equidistante, indipendente, competente. In assenza di questa anche la migliore norma di merito può essere travolta da contingenze che viziano la necessaria serenità del giudizio tributario».

Nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario tributario 2022, la sottosegretaria al Mef, Maria Cecilia Guerra, ha chiarito che il progetto non è in cantina: «L’iniziativa che stanno portando avanti il Dipartimento delle finanze e il Cpgt» riguarda «l’utilizzo di particolari applicazioni informatiche funzionali a favorire la conoscenza del precedente giurisprudenziale su specifiche fattispecie tributarie oggetto di contenzioso. La conoscenza del precedente giurisprudenziale, oltre a favorire l’uniformità e la coerenza di giudizio da parte dei giudici tributari, permetterà alle parti processuali di acquisire ulteriori elementi di tipo “predittivo”, basati sui diversi orientamenti giurisprudenziali consolidati nel tempo riguardo ad una particolare tematica tributaria».

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