Controlli e liti

I commercialisti: nel decreto antielusione riscossione frazionata in stand by

di Federica Micardi

L’introduzione della franchigia e l’obbigo di motivazione rafforzata in caso di accertamento sono le due proposte avanzate ieri dalla delegazione del Consiglio nazionale dei commercialisti (Cndcec), rappresentati da Achille Coppola e Pasquale Saggese, in audizione ieri alla Commissione finanze del Senato, in merito al recepimento sulla direttiva Ue 2016/1164 in tema di elusione fiscale .

In particolare sulla questione Rol/interessi passivi, compatibilmente con le esigenze di bilancio, i commercialisti chiedono l’introduzione della franchigia (opzione consentita dalla direttiva fino a tre milioni di euro). La norme Ue nasce, infatti, per evitare l’elusione all’interno dei gruppi e solo per le società di capitale, e non include - a differenza di quanto accade in Italia - le aziende che non fanno parte di un gruppo, le società di persone e le imprese individuali. Forse una franchigia di 3 milioni, consentita dalla direttiva, è eccessiva per l’Italia, ma anche già di 100mila euro semplificherebbe la vita di molte imprese.

I commercialisti chiedono poi più garanzie per il contribuente in caso di esimente sulle Cfc e in presenza di «disallineamenti da ibridi». La richiesta del Cndcec è quella di applicare le stesse regole previste dalla disciplina antielusiva e quindi la motivazione rafforzata in caso di dieniego e la sospensione della riscossione frazionata in pendenza di giudizio.

Agenzia delle Entrate, principio di diritto 6 del 16 ottobre 2018

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