Imposte

lla riforma fiscale passa attraverso un codice tributario e meno aliquote

di Paolo Moretti

È senz’altro condivisibile e da apprezzare la previsione di una riforma organica del sistema fiscale, avanzata dal presidente del Consiglio, Mario Draghi. È noto che, soprattutto negli ultimi anni, l’alta pressione fiscale e l’iniquità del sistema ha aumentato l’evasione e indotto la “fuga” (di pensionati e imprese) verso Paesi esteri. Pertanto, il Governo nell’attuare la riforma fiscale, dovrebbe anche ricercare soluzioni per armonizzare le regole fiscali in Europa e, quindi, contribuire a creare una auspicabile “Unione fiscale europea”, necessaria per evitare una concorrenza sleale tra gli Stati che fanno parte dell’Ue.

Per realizzare una riforma ben strutturata è fondamentale tener conto:
1.
dei principi costituzionali di capacità contributiva e la progressività del sistema tributario di cui all’articolo 53 della Costituzione ;
2.
delle disposizioni previste dalle direttive europee;
3.
della stabilità della pressione fiscale rispetto al Pil ;
4. dei principi di equità e trasparenza;
5.
della certezza del diritto e della necessaria semplicità delle regole nella fase applicativa.

A tal fine, sarebbe opportuno considerare la riscrittura dei Testi unici sia delle imposte dirette sia delle imposte indirette, ormai obsoleti e ancora fermi alla “buona” riforma degli anni 70 (Riforma Visentini).

Bisogna realizzare un vero e proprio “Codice tributario” omnicomprensivo, formato da una parte generale e da parti speciali relative a singole imposte e altri aspetti collegati (codificazione su due livelli), in modo da garantire, anche sul piano comunitario, la coerenza e la stabilità del sistema.

L’adozione di una codificazione a “due livelli” garantirebbe che i principi dello Statuto dei diritti del contribuente assurgano a livello di disposizioni preliminari, acquisendo una forza giuridica tale da incidere sull’attività legislativa. Nel frattempo, in attesa della completa riscrittura dei Testi unici delle imposte, si possono attuare misure dirette a semplificare il sistema, renderlo più competitivo e, quindi, favorire i contribuenti, sia imprese che persone fisiche.

Le misure per le imprese
Le misure fiscali agevolative per le imprese, a titolo non esaustivo, possono consistere:
1.
in una riduzione dell’aliquota Ires dal 24% al 20%, nell’eliminazione dell’Irap e nella riduzione del costo del lavoro;
2
nel dare maggiore efficacia probatoria alle scritture contabili e ai controlli dei documenti contabili rispetto alle metodologie statistiche, le quali, come è noto, hanno poca efficienza riguardo alla concreta situazione del singolo contribuente;
3.
agevolare le imprese che decidono di stabilire la propria residenza in Italia, tramite incentivi tributari e trovando forme di tutela degli organi di amministrazione e controllo, e dei soci;
4.
non produrre norme con effetti retroattivi, rispettando quanto dettato dall’articolo 3 dello Statuto del contribuente.

Le misure per i soggetti Irpef
Per quanto riguarda le misure riguardanti i soggetti Irpef (società di persone, lavoratori autonomi, dipendenti e pensionati), si potrebbero ridurre il numero delle aliquote dalle attuali cinque a tre, tassando i redditi conseguiti nel seguente modo:
a. redditi fino a 12mila euro, esenti (no tax area);

b. redditi sino a 30mila euro, aliquota del 20%;

c. redditi superiori a 30mila e fino a 70mila euro, aliquota del 30%;

d. redditi superiori a 70mila euro, aliquota del 42 per cento.

Per adeguare il prelievo alla situazione personale del contribuente e semplificare la normativa della dichiarazione dei redditi, l’imposta lorda dovrebbe essere applicata al netto delle sole detrazioni per spese mediche e farmaceutiche.

Per quanto concerne il trattamento dei redditi da pensioni (di vecchiaia, di anzianità, di invalidità, di reversibilità, eccetera), essi non devono essere cumulati con qualsiasi altro tipo di reddito (da lavoro, da locazioni di immobili, eccetera).

Se quanto sopra proposto venisse realizzato, si otterrebbe una semplificazione e riduzione della tassazione e una propensione a una minore evasione, soprattutto da parte di soggetti con redditi elevati, per i quali, tuttavia si potrebbe pensare ad una aliquota minore di quella precedentemente ipotizzata.

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