Imposte

Delega fiscale, tutte le misure nei 10 articoli del disegno di legge

I contenuti del testo riscritto dall’intesa di Palazzo Chigi che tornerà al voto in commissione Finanze alla Camera a partire dal 14 giugno

La nuova veste assunta dalla riforma fiscale dopo l’ultimo mese di trattative nella maggioranza rinfresca le priorità di una fase attuativa che sarà inevitabilmente stretta dal calendario di fine legislatura. L’ennesima riscrittura dei 10 articoli del disegno di legge, che torneranno al voto in commissione Finanze alla Camera a partire dal 14 giugno, punta soprattutto sulla riduzione del peso di obblighi e adempimenti a carico di imprese e cittadini. Ecco i principali contenuti del testo riscritto.

1) Niente valori di mercato ma resta la rendita bis

La revisione dell'articolo sul Catasto è stata una delle due mosse chiave per arrivare all'accordo nella maggioranza. Il testo uscito dal confronto con Palazzo Chigi e Mef conferma le anticipazioni della vigilia: scompare l'idea di attribuire a ogni immobile un «valore patrimoniale», allineato nei limiti del possibile ai valori di mercato, ma resta l'obiettivo di assegnare una «rendita ulteriore», da affiancare a quella attuale che rimane il riferimento per il calcolo delle imposte, definita in base ai criteri del Dpr 138/1998: che sono gli stessi «valori di mercato» espulsi dal testo della delega insieme ai canoni annui medi della zona. In ogni caso questa rendita-bis non avrebbe effetti fiscali diretti, perché resta la clausola, prevista fin dall'inizio, che limita l'aggiornamento a una «operazione trasparenza» a fini conoscitivi.

2) Ires, scatta la revisione dei costi indeducibili

La revisione dei costi parzialmente e totalmente indeducibili entra nel capitolo della delega fiscale relativo alla revisione dell'Ires e della tassazione del reddito d'impresa. La riscrittura dell'articolo 3 dopo l'accordo Governo-maggioranza introduce, infatti, un espresso riferimento anche alla necessità di ripensare le regole sull'indeducibilità dei costi sia parziale che totale. Una dizione che potrebbe portare, almeno, a una riflessione sull'attuale sistema previsto sugli interessi passivi. Il percorso già delineato dal testo originario del Ddl delega prevede anche l'obiettivo di un rafforzamento del processo di avvicinamento tra i valori civilistici e fiscali. In questo senso, il focus sarà soprattutto sulla disciplina degli ammortamenti, i cui coefficienti restano tuttora ancorati a un decreto ministeriale del 31 dicembre 1988.

3) Iva e accise, si punta allo sviluppo sostenibile

Nel segno del green. L'articolo 4 del Ddl delega, con la riscrittura successiva all'accordo Governo-maggioranza, inserisce due nuovi riferimenti nei principi di riscrittura di Iva e accise. In particolare, l'adeguamento della tassazione indiretta, nel rispetto dell'European green deal e della disciplina armonizzata dell'accisa, dovrà tener conto anche dell'impatto ambientale dei vari prodotti sottoposti a tassazione. Nel testo del Ddl delega già compariva il target di una razionalizzazione finalizzata a dare un contributo alla riduzione progressiva delle emissioni di gas nocive per l'ambiente e la promozione dell'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. Ora l'accordo Governo-maggioranza aggiunge anche la promozione dello sviluppo sostenibile.

4) Addio al sistema duale, Irpef giù sui redditi bassi

Il testo che martedì prossimo andrà al voto della commissione Finanze della Camera conferma la cancellazione dell'obiettivo di «una progressiva e tendenziale evoluzione del sistema verso un modello compiutamente duale»: un modello, cioè, che avrebbe radunato sotto un'unica aliquota, due nel periodo transitorio, tutti gli imponibili che non sono soggetti all'Irpef. L'idea di questo riordino aveva però messo in allarme soprattutto il centrodestra, che sostiene l'applicazione degli attuali regimi cedolari come la Flat Tax per le partite Iva e le tasse piatte sugli affitti. Nella parte dello stesso articolo 2 dedicata alla riforma Irpef entra invece il principio, promosso soprattutto dal Pd, di dare la priorità ai «redditi medio-bassi» nei prossimi interventi per ridurre le aliquote effettive.

5) Riordino degli sconti con tutela al mattone

Non poteva mancare nel progetto di riscrittura del sistema tributario la revisione delle tax expenditures, ossia di tutte quelle spese fiscali attraverso le quali lo Stato concede a famiglie e imprese sconti, deduzioni, detrazioni, aliquote agevolate e bonus di vario tipo per ridurre il carico fiscale. Il progetto di riordino è al centro del cantiere della riforma fiscale da almeno dieci anni, e la delega lo ripropone. Nelle mediazioni delle ultime settimane è stato rafforzato il principio secondo cui le detrazioni e le deduzioni riviste e corrette dai decreti delegati dovranno tener conto della loro finalità, ma con particolare riguardo alla tutela del «bene casa». Le risorse recuperate dal taglio o dalla rimodulazione degli sconti fiscali dovranno essere comunque indirizzati al taglio dell'Irpef a partire dai redditi medio-bassi.

6) Armonizzare il prelievo per sostenere la crescita

Armonizzare la tassazione sul risparmio per sostenere gli investimenti in economia reale. Per Italia Viva è necessario eliminare la distinzione tra «redditi da capitale» e « redditi diversi di natura finanziaria», prevedendo - secondo quanto si legge nell'ultima bozza dell'articolo 2 (lettera d) - in ogni caso che questa armonizzazione si applicherà ai redditi prodotti dopo l'entrata in vigore dei decreti delegati. L'attuale distinzione, oltre ad alimentare possibili comportamenti elusivi in caso di perdite, finisce per incentivare gli investimenti privi di rischio, ossia quelli che remunerano il contribuente con un interesse modesto ma ragionevolmente sicuro. Un'impostazione pro crescita al contrario dovrebbe essere neutrale rispetto a investimenti maggiormente in grado di indirizzare il risparmio privato nell'economia reale.

7) Nuovo cash back fiscale per rimborsi diretti

È la grande battaglia del Movimento Cinque Stelle che punta a far monetizzare subito ai contribuenti le detrazioni d'imposta. Stiamo parlando degli sconti fiscali previsti dall'articolo 15 del Tuir, e quindi delle spese mediche, di quelle veterinarie, degli interessi sui mutui prima casa e tanti altri. Lo sconto fiscale potrà arrivare subito sul conto corrente dei contribuenti, a patto però che il costo sostenuto sia stato effettuato con mezzi di pagamento digitale. Il passaggio dal meccanismo dei rimborsi a quello del cash back fiscale, su approsite piattaforme digitali, sarà comunque graduale e sarà operativo solo dopo un reale riordino delle agevolazioni fiscali. Come chiesto dal Leu la priorità ai rimborsi diretti in conto corrente dovrà essere riservata alle detrazioni di natura socio-sanitaria.

8) Irap, addio senza pesare su chi oggi non la paga

Il graduale superamento dell'Imposta regionale sulle attività produttive dovrà in ogni caso garantire ancora, come accade oggi, il finanziamento del fabbisogno sanitario. Non solo i decreti delegati dovranno assicurare gettiti in misura equivalente per le regioni che presentano squilibri di bilancio sanitario ovvero per quelle che sono sottoposte a piani di rientro che, in base alla legislazione vigente, procedono all'applicazione, anche automatica, di aliquote dell'Irap maggiori rispetto a quelle minime. Come chiesto e ottenuto da Leu nel testo destinato all'esame della commissione Finanze è stato inserita la precisazione secondo cui la riduzione dell'Irap non dovrà in ogni caso generare aggravi di alcun tipo sui redditi di lavoro dipendente o da pensione.

9) Possibile scegliere versamenti mensilizzati

La delega fiscale nel suo ultimo testo che torna all'esame della commissione Finanze della Camera rilancia anche sulle semplificazioni e sulla riduzione degli oneri da adempimento. Come voluto dalla Lega, nel testo entra anche la possibilità per autonomi e imprenditori individuali, nonché per tutti i contribuenti soggetti alle pagelle fiscali, di optare per la mensilizzazione dei versamenti di acconti e saldi, senza penalizzazioni. Resta il meccanismo previsionale per gli acconti, mentre per la ritenuta d'acconto si ipotizza una progressiva riduzione. L'articolo 1 del nuovo testo, invece, rafforza il principio secondo cui il Fisco, anche «con un rigoroso rispetto», non potrà più chiedere ai contribuenti documenti di cui è già in possesso e dovrà spingere al massimo sulla digitalizzazione degli adempimenti.

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