Imposte

Addio all’aggio con la fusione tra Entrate e Riscossione

Dal Parlamento attese possibili indicazionisu interventi immediati

di Luigi Lovecchio

Maggiore attenzione agli obiettivi dell’attività di recupero piuttosto che ai processi, assicurando la interoperabilità delle banche dati a disposizione dell’Amministrazione finanziaria e eliminando duplicazioni di costi e procedure. Revisione del sistema di remunerazione dell’aggio. Tendenziale superamento del sistema duale, rappresentato dalla netta separazione di compiti e funzioni tra l’agenzia delle Entrate, ente creditore, e agenzia delle Entrate – Riscossione (Ader), con trasferimento di risorse umane e strumentali della seconda nella prima al fine di garantire la continuità del servizio.

Sono i criteri di delega che dovrebbero informare la riforma della riscossione approvati martedì 5 ottobre dal Consiglio dei ministri, proprio alla vigilia dell’approvazione della risoluzione delle commissioni Finanze di Camera e Senato sulla relazione sullo stato della riscossione depositata dal ministero dell’Economia a metà luglio in Parlamento. Risoluzione che con tutta probabilità potrebbe rappresentare la base per un intervento immediato nella legge di Bilancio sulla revisione dell’attuale sistema di recupero coattivo di imposte e contributi.

Nel documento depositato si auspicava, tra l’altro, la possibilità di accedere alla banca dati della fatturazione elettronica, al fine di rendere più proficuo il pignoramento presso terzi. Come pure, si richiedeva un accesso più completo all’Anagrafe dei rapporti finanziari, analogo a quello disponibile all’agenzia delle Entrate, alimentando la stessa con informazioni più aggiornate, sempre in funzione di una maggiore efficacia del pignoramento presso terzi. In questo senso, deve dunque leggersi il riferimento ad una migliore interoperabilità delle banche dati pubbliche.

Il sistema di remunerazione

Quanto al sistema dell’aggio, vale ricordare come la Corte costituzionale, con la sentenza n. 120/2021, ne abbia stigmatizzato le gravi problematicità. La denuncia della Consulta attiene in particolare al fatto che, per effetto della palese inefficacia dell’azione di recupero del Fisco, solo una minoranza di debitori è chiamata a finanziare con l’aggio il funzionamento del sistema pubblico della riscossione. Allo scopo, osserva ancora la Consulta, sarebbe senz’altro più conforme ai principi costituzionali porre a carico del bilancio statale l’attività in esame, se del caso, anche attraverso sistemi misti, in cui una quota dei costi resterebbe addebitata al soggetto moroso.

Sul punto, la delega non si sbilancia, lasciando aperte tutte le strade per disegnare il nuovo meccanismo di finanziamento.

I crediti inesigibili

Sembra inoltre delinearsi un sensibile depotenziamento della procedura del discarico per inesigibilità, per via, ad esempio, di sistemi automatici di «cancellazione» dei crediti inesigibili, fatta eccezione solo i casi, più teorici che pratici, di dolo del riscossore. In questo modo, si dovrebbero liberare risorse per ottenere una maggiore proficuità dell’azione di recupero, ispirata al raggiungimento degli obiettivi fissati annualmente dalla convenzione con il ministero dell’Economia.

Da ultimo, si evoca la possibile confluenza della dotazione umana e strumentale dell’Ader nell’agenzia delle Entrate, che tuttavia pone problemi di carattere retributivo non indifferenti.

Interessi e dilazioni

Manca nella delega qualsiasi cenno a forme di garanzie per il contribuente, quali ad esempio la parificazione degli interessi a debito e a credito o il potenziamento delle dilazioni, ma per questo ci sarà spazio nei decreti attuativi o nei prossimi provvedimenti allo studio.

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