Adempimenti

Cartelle, nel decreto fiscale proroga solo fino al 9 dicembre

Per rottamazione ter e saldo e stralcio con i 5 giorni di tolleranza si potrà arrivare al massimo al 14 dicembre

di Marco Mobili e Giorgio Pogliotti

Il Governo non va oltre il 9 dicembre per il differimento dei versamenti in scadenza il 30 novembre delle cartelle della rottamazione ter e del saldo e stralcio. Mini differimento che potrebbe avere un ulteriore coda di 5 giorni con il periodo canonico di tolleranza previsto senza dover incorrere in sanzioni o nella decadenza dalle due sanatorie. A conti fatti al massimo entro il 14 dicembre si dovrà saldare il conto delle 12 rate della rottamazione ter e delle 4 del saldo e stralcio. I problemi di copertura per uno slittamento al 2022 al momento sono insormontabili. Anche perchè sul piatto i senatori di maggioranza e opposizione hanno messo anche lo slittamento delle cartelle notificare tra settembre e ottobre con la ripresa della riscossione coattiva. «Vedremo dove arrivare, sempre in relazione ai problemi di copertura», ha spiegato ieri la sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra al termine della seduta delle Commissioni Finanze e Lavoro del Senato sul decreto fiscale. Sulla possibilità di diluire i pagamenti delle cartelle nel 2022 al massimo si potrà arrivare alla presentazione di un ordine del giorno sottoscritto da tutta la maggioranza che impegna il Governo a recuperare, già con la legge di bilancio in discussione sempre al Senato, le risorse necessarie. Ma attenzione, con la presentazione del maxi emendamento su cui il Governo chiederà il voto di fiducia all’Aula di Palazzo Madama, gli ordini del giorno decadono senza essere discussi in Assemblea.

Per capire come e quanto cambierà davvero il decreto Fisco-Lavoro collegato alla manovra si dovrà attendere ora l’inizio della prossima settimana. I lavori riprenderanno, infatti, lunedì, prima con una riunione di maggioranza e poi in serata con i primi voti agli emendamenti concordati tra maggioranza e Governo. L’obiettivo di una maratona notturna per lunedì prossimo sarebbe quello di evitare uno slittamento dell’approdo in Aula a Palazzo Madama già in calendario per martedì, ma che in molti però considerano ormai scontato.

I nodi da sciogliere, infatti, sono ancora tanti. A partire dal patent box su cui la cumulabilità tra la nuova maxi deduzione e il tax credit in R&S non piace alla Lega che, al contrario, chiede di lasciare libere le imprese sulla possibilità di optare tra vecchio patent box o per la nuova maxi deduzione dei costi in ricerca e sviluppo di beni immateriali. Nella soluzione prospettata dal Governo, oltre alla comulabilità dei due bonus per gli investimenti in ricerca e sviluppo, verrebbero salvate le opzioni per l’anno d’imposta 2020 effettuate in dichiarazione rendendo retroattiva norma modificata in Parlamento, si potranno cumulare le due agevolazioni anche per i marchi e la detassazione al 90% varrà anche per i costi già sostenuti in passato.

Oltre al patent box si attende anche la riformulazione per rivedere la stretta sui trasporti eccezionali. L’ipotesi di una cancellazione della norma inserita nelle scorse settimane nel decreto infrastrutture sarebbe ora oggetto di riformulazione nel tentativo di mitigare gli effetti negativi denunciati dalle imprese sia in termini di complessità sia in termini di costi per i trasporti eccezionali.

Sul tavolo, poi, gli emendamenti del M5S che puntano a ripristinare la scadenza del 31 dicembre 2021 (o in alternativa del 31 dicembre 2022) per l’utilizzo senza limitazioni temporali della somministrazione a termine di lavoratori assunti dalle Agenzie per il lavoro a tempo indeterminato. Dopo la mobilitazione dei sindacati che avevano denunciato che l’introduzione del limite temporale di 24 mesi avrebbe messo a rischio 100mila posti di lavoro, il Governo è intervenuto nel Dl fiscale per eliminare la scadenza.

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