Imposte

Lavori in corso e nuovi cantieri: i bonus casa cambiano passo

Il nuovo calendario: sconti ordinari prorogati al 2024 ma senza cessione

Conti da rifare per i bonus casa. La manovra ridisegna le agevolazioni per i prossimi anni e irrompe sui cantieri in corso e i progetti allo studio. Ora che c’è il testo del Ddl di Bilancio – varato giovedì scorso dal Consiglio dei ministri – proprietari e imprese possono aggiornare le proprie valutazioni. Tenendo a mente, comunque, che il Parlamento potrebbe ancora modificare qualcosa.

Cantieri in corso

Per chi ha già avviato un intervento di ristrutturazione, la grande differenza riguarda il tipo di bonus: 110% o sconti ordinari.

Il superbonus guadagnerà più tempo. Nell’ottica del ministro dell’Economia, Daniele Franco, tutti coloro che hanno iniziato dovrebbero poter chiudere i lavori con la stessa aliquota.

I più tranquilli sono i condomìni, per i quali la scadenza attuale del 31 dicembre 2022 si sposterà al 2025: 110% fino al 2023, con décalage al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025 (sempre utilizzabili con cessione o sconto in fattura). Non è poco, in un periodo in cui tante imprese hanno l’agenda piena, i ponteggi sono introvabili e le consegne dei materiali spesso in ritardo. La stessa soluzione vale anche per i lavori su edifici composti da due a quattro unità immobiliari e posseduti da una sola persona fisica o in comproprietà. Qui la proroga prevista è ancora più forte, perché oggi questi immobili possono arrivare al 31 dicembre 2022 solo se al 30 giugno dello stesso anno è stato completato il 60% dei lavori. Una tagliola che la manovra punta a eliminare.

Ci sarà da correre, invece, per le case monofamiliari e le unità indipendenti. Passano al 31 dicembre 2022, ma solo a patto che il proprietario abbia presentato la Cila entro lo scorso 30 settembre o che, in alternativa, intervenga sull’abitazione principale e abbia un Isee non superiore a 25mila euro. Altrimenti la scadenza del 110% resta il 30 giugno 2022 (sempre ammessi cessione o sconto in fattura).

Luci e ombre, invece, per chi ha cantieri in corso e sta sfruttando gli altri bonus, tutti attualmente in scadenza a fine anno. La manovra offre finalmente un orizzonte più lungo dei soliti 12 mesi, prolungando fino al 2024 tutti gli sconti diversi dal 110%, tranne il bonus facciate (confermato per il solo 2022 e ridotto dal 90 al 60%). Viene meno, però, la possibilità di fare cessione o sconto in fattura. Questo imporrà ad alcuni proprietari di rivedere i piani: le spese sostenute nel 2022 saranno ancora agevolate, ma cambierà il flusso di cassa, perché bisognerà pagare tutto il costo dei lavori – sicuramente aumentato per i rincari degli ultimi mesi – e poi si recupererà la detrazione in dieci anni.

La situazione è critica soprattutto per il bonus facciate, perché qui – oltre alla mancata cessione – ci sarà anche un taglio dell’aliquota. Qualche rimedio per salvare il 90% esiste, ma è limitato: si può pagare tutto nel 2021 anche in anticipo rispetto alla fine dei lavori (ma bisogna tutelarsi nel contratto e comunque può non essere consigliabile); oppure ci si può far fare lo sconto in fattura e saldare il 10% entro fine anno (ma non tutte le imprese sono disponibili a fare lo sconto e restano le criticità di pagare in anticipo sui lavori).

Nuovi progetti

Per chi deve ancora avviare gli interventi, la manovra ha il grande pregio di mettere le carte in tavola.

Ci sarà senz’altro un forte incentivo ad agganciare il 110% nella versione lunga. Ad esempio, negli edifici accatastati come singola unità si potrà valutare la fattibilità di un frazionamento prima dell’inizio dei lavori, così da avere un edificio plurifamiliare di un unico proprietario.

Nei casi in cui non si può avere il superbonus, invece, si tornerà alla vecchia logica dei bonus casa: il proprietario dovrà versare tutta la spesa e il recupero sarà riservato a chi ha un’Irpef “capiente”. Ad esempio, gli autonomi nel regime forfettario – 1,9 milioni di persone – non potranno sfruttare le detrazioni, a meno che non abbiano altri redditi. In generale, senza la cessione e lo sconto in fattura, sarà molto più difficile trovare i voti favorevoli ai lavori in condominio.

Il bonus facciate al 60% sarà di fatto meno ricco dell’ecobonus per le coibentazioni (65% che in condominio può arrivare al 70-75%), che oltretutto durerà due anni in più. È perciò verosimile che il bonus facciate sarà usato solo per i lavori che non richiedono la coibentazione: pulitura, tinteggiatura e interventi minori sull’intonaco (entro il 10% della superficie) o sui balconi.

Tornando ai bonus ordinari, verranno prorogate al 2024 tutte le attuali detrazioni: ristrutturazioni (50%), sismabonus (dal 50 all’85%), ecobonus (dal 50 alle versioni potenziate del 70 e 75%), eco-sismabonus (80 e 85%), bonus mobili (50%) e giardini (36%).

L’unica agevolazione che viene confermata con una modifica sostanziale è il bonus mobili: il Ddl riduce dal 2022 la spesa agevolata da 16mila a 5mila euro. Una variabile da considerare quando si vanno a pianificare gli acquisti futuri, anche perché può penalizzare chi ha già speso cifre importanti quest’anno: il limite va considerato al netto delle spese sostenute nell’anno precedente.

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