Controlli e liti

Termini di accertamento «prolungati» anche per i bonus casa e il 110%

La pronuncia 8500 a Sezioni unite si riflette anche sulle ipotesi di compravendite, cessioni dei crediti, lavori in condominio

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di Cristiano Dell’Oste

La pronuncia della Cassazione sui componenti reddituali pluriennali (sentenza a Sezioni unite 8500/2021) è destinata a cambiare lo scenario anche per i bonus casa. In sintesi, il principio è che il Fisco potrà disconoscere la spettanza di un’agevolazione sul recupero edilizio anche accertando una qualsiasi delle rate di detrazione annuali. Insomma, il suo potere non sarà legato all’anno in cui sono state sostenute le spese agevolate.

Vediamo cosa accade per lavori di ristrutturazione in un appartamento (detrazione del 50%) eseguiti nel 2020, con spese pagate nello stesso anno. Il contribuente recupererà la detrazione in dieci anni, dal modello 730 (o Redditi) presentato nel 2021 fino al modello presentato nel 2030. Il termine di decadenza del potere di accertamento ordinario è il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi. Perciò il Fisco potrà controllare la decima rata di detrazione fino al 31 dicembre 2035.

Il punto è “cosa” può contestare il Fisco entro quel termine. Secondo la tesi “pro contribuente” – sostenuta da diverse pronunce, ma ora bocciata dalla Cassazione – a partire dalla seconda rata il Fisco avrebbe potuto controllare solo la correttezza formale (ad esempio che il contribuente non avesse aumentato la rata nel passare da una rata all'altra), mentre il potere di questionare i presupposti della detrazione si sarebbe esaurito insieme al potere di controllare l'anno di sostenimento delle spese: nel nostro esempio, ordinariamente il 31 dicembre 2026. La pronuncia delle Sezioni unite, invece, lascia il contribuente esposto per un periodo molto più lungo. Per tornare all’esempio iniziale: per i lavori eseguiti nel 2020, secondo le Sezioni unite il Fisco potrà contestare fino al 2035 che le opere non sono di manutenzione straordinaria, ma ordinaria, quindi il contribuente dovrà conservare le fatture, le ricevute dei bonifici, la pratica edilizia e tutti gli altri documenti previsti dalle circolari in materia.

Le conseguenze della pronuncia si intrecciano con le vicende che possono verificarsi nel periodo di fruizione della detrazione.

Vendite degli immobili
Se la casa viene venduta, la regola base è che i bonus passano all’acquirente, a meno che non si pattuisca diversamente nel rogito. Se l'acquirente rileva le rate residue delle detrazioni, il Fisco potrà bussare alla sua porta, con tutto ciò che ne consegue: perciò l’acquirente dovrà effettuare le proprie verifiche con l’aiuto del proprio consulente fiscale, del notaio e/o di un tecnico, ed eventualmente farsi consegnare tutti i documenti a supporto.

Lavori in condominio
Nel caso di lavori sulle parti comuni condominiali, la documentazione a supporto è conservata dall'amministratore di condominio, che certifica l'importo detraibile ai condòmini. L'orientamento delle Sezioni unite aumenta – anche in questo caso – la soglia d'attenzione quando si cambia amministratore. Chi subentra nella gestione dovrà fare una sorta di due diligence accurata sugli edifici amministrati.

Successione e trasferimento
Nell’arco dei dieci anni può capitare che il beneficiario passi a miglior vita. La regola base è che la detrazione si trasferisce all’erede che conserva la detenzione materiale e diretta del bene. In questo caso la raccolta e la conservazione della documentazione sono probabilmente agevolate dal rapporto familiare, ma non vanno trascurate.

Superbonus e crediti ceduti
Per le spese sostenute nel 2020 e 2021, agevolate dal superbonus del 110% e da altri bonus edilizi ordinari, il decreto Rilancio consente la cessione del credito d'imposta o lo sconto in fattura (articolo 121, Dl 34/2020). Qui la norma è chiara (comma 4): «I fornitori e i soggetti cessionari rispondono solo per l'eventuale utilizzo del credito d'imposta in modo irregolare o in misura maggiore rispetto al credito d’imposta». Ergo: il contribuente che ha ceduto il credito – anche tramite sconto in fattura – resterà esposto alla «verifica documentale della sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione d’imposta». La consolazione è che il superbonus del 110% si recupera in soli cinque anni (quattro per le spese sostenute nel 2022) e questo abbrevierà anche il potere del Fisco. Così, per spese agevolate dal superbonus sostenute nel 2021, si potrà arrivare fino al 31 dicembre 2031 (in relazione alla quinta rata di detrazione).

Prassi e normativa
Nel corso del tempo cambiano anche le leggi e la prassi delle Entrate. Uffici e professionisti dovranno fare bene attenzione alla disciplina applicabile nell'anno in questione. Ad esempio, dal 2016 il bonus mobili non richiede più il pagamento con bonifico tracciabile, ma è sufficiente quello ordinario. Quando si andrà a fare un controllo – magari a 15 anni di distanza – bisognerà ricostruire le regole vigenti a quel tempo.

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