Adempimenti

Affitti brevi, effetto tassa piatta ancora da verificare

di Saverio Fossati

Nessun dato certo, per ora, sul gettito della cosiddetta «tassa Airbnb» nel 2017 (i primi 7 mesi di effettiva vigenza). Gli importi diffusi dal Mef indicavano infatti il gettito relativo a una piccola minoranza (7.200 soggetti) di chi concede la casa per brevi periodi. I 44 milioni di euro relativi al 2017, ha precisato Confedilizia, sono relativi all’imponibile (e non al gettito) dei soli contratti stipulati da comodatari e sublocatori. Il Mef riporta anche i dati della cedolare nel suo complesso (senza distinguere, però, tra locazioni “brevi” e “lunghe”) e registra nel 2017 un aumento dell’imponibile dell’8,1% per l’aliquota ordinaria e del 21,4%per l’aliquota per i canoni “concordati”.

La polemica sul coinvolgimento dei portali, intanto, prosegue: Airbnb, dopo la sconfitta al Tar Lazio sull’obbligo di ritenuta del 21% sui proventi degli host, farà appello al Consiglio di Stato. «Stimare che tutti gli host siano evasori - spiegano ad Airbnb - vuol dire ignorare che del nostro portale si servono anche categorie extra alberghiere come B&B e affittacamere, cui non potremmo certo applicare la ritenuta, non essendo “privati”». E fa presente che ci sono già numerosi ricorsi governativi alla Consulta sulle leggi regionali (Puglia, Piemonte, Lombardia) che impongono di diventare “impresa” al locatore di case, equiparandole alle case-vacanza o imponendo un tetto al numero delle unità affittate.

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