Controlli e liti

Per la sanatoria delle liti pendenti non conta il rinvio della Cassazione dopo il 24 ottobre 2018

di Salvina Morina e Tonino Morina

Per la chiusura delle liti, valgono le sentenze di primo e secondo grado depositate alla data del 24 ottobre 2018. È irrilevante la pronuncia della Cassazione con rinvio depositata dopo il 24 ottobre 2018. In caso di sentenza di secondo grado favorevole per il contribuente, la lite può essere definita, pagando il 15% del valore della lite. È questa la risposta a interpello 110/2019 delle Entrate (clicca qui per consulatarla).

Il caso riguarda un contribuente che ha vinto il ricorso presentato alla Commissione tributaria provinciale. La sentenza di primo grado è stata confermata dalla Commissione tributaria regionale. Il ricorso per cassazione dell’agenzia delle Entrate è stato accolto, con sentenza depositata dopo il 24 ottobre 2018, con rinvio ad un’altra sezione dei giudici di secondo grado. In questo caso, ai fini della definizione, per determinare gli importi da pagare, vale la situazione sussistente al momento dell’entrata in vigore del Dl 119 del 2018, cioè la situazione al 24 ottobre 2018, senza tenere conto della successiva sentenza di cassazione con rinvio. Per la definizione della lite, è perciò dovuto un importo pari al 15% del valore della stessa, considerato che al 24 ottobre 2018, l’ultima pronuncia giurisdizionale era la sentenza emessa dai giudici di secondo grado.

Il valore della lite
La norma, articolo 6 del decreto legge 23 ottobre 2018, n. 119, consente ai contribuenti di chiudere le liti fiscali attraverso il pagamento di determinati importi correlati al valore ed allo stato della controversia, al netto delle sanzioni e degli interessi, per le controversie in cui l’atto introduttivo del giudizio in primo grado sia stato notificato alla controparte entro il 24 ottobre 2018 e per le quali alla data di presentazione della domanda il giudizio non si sia concluso con pronuncia definitiva. Il valore della lite è pari alla somma delle maggiori imposte accertate, al netto degli interessi e delle sanzioni. Ad esempio, in caso di accertamento con richiesta di imposte per 40mila euro, sanzioni 48mila euro, contributi Inps per 12mila euro, e interessi per 14mila euro, in totale 114mila euro, il valore della lite è pari a 40mila euro. In caso di liti relative esclusivamente alle irrogazioni di sanzioni, il valore della controversia è costituito dalla somma delle sanzioni. Per i contribuenti che si avvalgono della chiusura della lite pendente, il valore della lite va determinato al netto di eventuali importi annullati in sede di autotutela parziale, di quelli definiti a seguito di conciliazione o mediazione che non abbiano definito per intero la lite, ovvero per i quali si sia formato un giudicato interno sfavorevole all’ufficio.

Quando si applica il 5 o il 15 per cento
Le liti tributarie pendenti innanzi alla Corte di cassazione, al 19 dicembre 2018, per le quali l’agenzia delle Entrate è soccombente in tutti i precedenti gradi di giudizio, possono essere definite con il pagamento di un importo pari al 5% del valore della controversia. Il forfait del 5% non è invece applicabile nei casi in cui alla data del 19 dicembre 2018 non sia stato ancora notificato il ricorso per cassazione, ma pendeva il termine per la relativa proposizione, anche se l’agenzia delle Entrate è risultata soccombente nei precedenti gradi di giudizio. In questi casi, è possibile definire la lite con il pagamento del 15% del relativo valore. La definizione con il forfait del 5% del valore della controversia trova applicazione esclusivamente con riferimento alle liti pendenti alla Corte di cassazione per le quali l’agenzia delle Entrate è risultata integralmente soccombente nei precedenti gradi del giudizio. Non sono pertanto definibili con la riduzione al 5% le liti per le quali l’agenzia delle Entrate è risultata anche parzialmente vittoriosa, a prescindere dalla misura, in almeno uno dei precedenti gradi. Anche in caso di doppia sentenza favorevole per il contribuente, di primo e secondo grado, con la pronuncia di secondo grado depositata alla data del 24 ottobre 2018, ma con sentenza della cassazione favorevole per il Fisco, con pronuncia depositata dopo il 24 ottobre 2018, con rinvio ad un’altra sezione dei giudici di secondo grado, la lite può essere definita, pagando il 15% del valore della lite.

Agenzia delle Entrate, risposta a interpello 110/2019

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©