Professione

«La terzietà dei notai garantisce per tutti la tenuta del sistema»

di Maria Carla De Cesari

Se le professioni si lasciano illudere dalla possibilità di acchiappare competenze di altri «rischiamo di fare la fine dei capponi di Renzo, litigiosi fra loro ma finiti tutti con il collo tirato». Salvatore Lombardo, presidente del notariato, deve affrontare l’ennesimo tentativo di spogliare un po’ le riserve del notaio. «Quello che fa più rabbia – mi scuso, rabbia è un termine inadatto –, quello che fa dispiacere è il tentativo di dividere gli Ordini. Solo uniti possiamo dare di più e ottenere migliori risultati».

Non c’è stata solidarietà da parte dei suoi colleghi presidenti, dottori commercialisti e avvocati?

Ho parlato con loro e abbiamo sempre condiviso il principio di non metterci l’uno contro l’altro. Certo, mi rendo conto che talvolta non è facile controllare il parterre degli iscritti.

Il punto è che si ritiene che la cessione d’azienda possa essere fatta con scrittura privata autenticata da avvocati e commercialisti, che operano come pubblici ufficiali. Perché no?

È bene fare un passo indietro. Prima della legge Mancino il passaggio d’azienda poteva essere fatto con scrittura privata e veniva seguito da commercialisti e avvocati. Con la legge antimafia si è ritenuto di modificare il sistema per favorire la sicurezza dei passaggi, per le parti e per lo Stato.

Perché si sono scelti i notai?

Non per privilegiare una categoria a scapito di altri. I notai sono pubblici ufficiali sempre, sono terzi, non sono i professionisti di una parte. Il notaio controlla l’identità delle parti, chi ha titolo di vendere, i presupposti di validità e gli effetti dell’atto.

Commercialisti e avvocati possono fare gli stessi controlli.

Il sistema notarile è imperniato sui controlli: diventiamo pubblici ufficiali avendo superato un concorso, prima di stipulare un atto effettuiamo tutte le verifiche e poi, una volta fatta la registrazione, è lo Stato che controlla. Se un notaio fa un atto nullo può arrivare a essere radiato.

Non ci sono errori?

Sono pochissimi. Il sistema notarile ha reso sicuri i dati sugli immobili e sulle società: basta un click per sapere chi è il proprietario di un immobile e se è iscritta un’ipoteca. Tanto che dopo la bolla immobiliare ci hanno chiamato negli Usa per trovare soluzioni alla crisi dei subprime. Russia e Cina hanno scelto il notariato latino per dare certezza alle operazioni. Dal punto di vista societario ci contraddistinguono la velocità delle trasmissioni e la sicurezza dei dati, tanto che l’Italia è salita di molte posizioni nella graduatoria internazionale Doing business.

Ma qual è il problema se si mette in comune la possibilità di fare atti di trasferimento d’azienda? È una difesa economica?

Non faccio una difesa economica. Il problema è la coerenza del sistema a garanzia di tutti: noi siamo terzi, sempre. Anche per questo – sottolineo un dato oggettivo – facciamo il 90,2% delle segnalazioni antiriciclaggio che provengono da professionisti. E la percentuale di scarto, da parte della Uif, è davvero irrisoria.

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