Adempimenti

Fattura elettronica, incrocio dei dati per i soggetti a rischio da controllare

di Marco Mobili e Giovanni Parente

La fattura elettronica entra nella «fase 2». Superata la deadline del 18 febbraio in cui scadeva il termine per i contribuenti mensili per trasmettere allo Sdi (Sistema di interscambio) le e-fatture di gennaio senza incorrere in sanzioni con 228 milioni di documenti inviati da 2,3 milioni di operatori, l’Agenzia si prepara all’utilizzo delle informazioni ricevute. Come anticipato dal direttore delle Entrate Antonino Maggiore ( si veda l’intervista sul Quotidiano del Fisco del 10 gennaio scorso ), i dati raccolti saranno utilizzate da una parte per potenziare la compliance mentre per le situazioni più gravi, come quelli di frode, si punterà sui controlli. Alla base, quindi, un’analisi di rischio che consentirà di “processare” le informazioni che a regime potrebbero riguardare fino a 1,8 miliardi di fatture elettroniche relative a operazioni B2B e B2C.

Un trend che sembra essere confermato dall’accelerazione subita dalle e-fatture pervenute. Come era naturale attendersi, per effetto della moratoria delle sanzioni le trasmissioni si sono prevalentemente concentrate nella prima metà di febbraio. Non a caso, è più che raddoppiato il numero dei documenti inviati rispetto al dato registrato dal partner tecnologico Sogei a fine gennaio: i 100 milioni annunciati dal direttore Maggiore a Telefisco sono diventati, infatti, 228 milioni al 18 febbraio. Gli scarti si attestano al 4,4%: un segnale che gli operatori, pur con tutte le difficoltà incontrate e sostenute a proprie spese, si stanno progressivamente abituando alla compilazione e quindi riducendo i possibili errori.

Tra i settori da cui sono arrivate più e-fatture spicca il commercio all'ingrosso e al dettaglio-riparazione di autoveicoli e motocicli, che fa registrare, sempre al 18 febbraio, 55.750.194 invii da parte di 550.039 operatori. Nelle manifatture sono oltre 20 milioni le fatture trasmesse.

Gli operatori, intanto, guardano avanti. Il consigliere dei commercialisti (Cndcec) con delega a innovazione e organizzazione degli studi professionali, Maurizio Grosso, sottolinea i sacrifici fatti da studi e imprese per adeguarsi in questa prima fase e ipotizza che si possa ragionare in prospettiva sull’eliminazione di adempimenti. Mentre il collega con delega alla fiscalità, Gilberto Gelosa, rilancia su un’estensione della moratoria sanzioni proprio per premiare chi si è impegnato. Sergio Giorgini, vicepresidente dei Consulenti del lavoro, rileva come la semplificazione annunciata «non è stata percepita e occorre attendere». Da Assosoftware il direttore generale Roberto Bellini segnala che «all’agenzia delle Entrate abbiamo chiesto gli strumenti per arrivare ad automatismi» sulle quadrature in modo da “vedere”anche tutto il ciclo passivo. E, allo stesso tempo, si può lavorare per ridurre il tempo massimo di 5 giorni di “risposta” da parte del Sistema di interscambio.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©