Professione

Forum Saf: sulle parti correlate sono necessari presidi più flessibili

di Marco Bellinazzo

Come valorizzare il controllo sulle operazioni con parti correlate come elemento di trasparenza della governance societaria evitando il rischio di un'eccessiva burocratizzazione della compliance aziendale. Di questa sfida hanno discusso ieri a Milano al XVII Forum Saf (Scuola di Alta formazione Luigi Martino) dirigenti di grandi e medie aziende ed esperti del settore nell'ambito dell'incontro dedicato appunto al tema «Operazioni con parti correlate».
Una sfida ancora più complessa per grandi gruppi bancari internazionali che devono tener conto delle rigide regole dettate da Banca d'Italia e Consob, come ha sottolineato Pasquale De Martino (Unicredit): «Noi siamo un'emittente quotata e una capogruppo con 900 società controllate, di cui 300 operanti in ambito bancario e circa 6mila soggetti che è possibile qualificare come parti correlate. Ci troviamo nella condizione perciò di dover mappare un perimetro in cui rientra una quantità enorme di rapporti. Per questo ci siamo dotati di strutture specializzate e parametri interni molto puntuali che ci permettono di verificare tutte quelle operazioni, anche magari di un euro, che si realizzano non rispettando il valore di mercato delle transazioni. Non abbiamo gli spazi di autonomia che si hanno in altri ambiti e nei quali possono muoversi ad esempio le società non quotate che non sono sottoposte a regulator esigenti come i nostri».
Un'autonomia che consente, in affetti, o dovrebbe consentire, alle medie e piccole imprese di graduare, come ha indicato Mario Notari (Università Bocconi), le soglie di rilevanza delle operazioni da monitorare ovvero i presidi da costituire in funzione della tipologia di società e dell'area economica di riferimento, rendendo “flessibile” la sorveglianza.
Il rischio di un'eccessiva formalizzazione delle procedure è stato ribadito da Elisabetta Magistretti, dottore commercialista e tra i responsabili del sistema di controllo sulle operazioni con parti correlate tra gli altri per Mediobanca e Luxottica: «Nella mia esperienza sono stata testimone anche di casi in cui per accertare la correttezza e la convenienza di un certo contratto si sono svolte 13 riunioni del comitato parti correlate con consulenti e amministratori indipendenti. Per questo ritengo che, fatte salve tutte le garanzie procedurali, debba sempre prevalere il buon senso e che si debba tener presente che le regole del settore sono nate soprattutto per far capire all'imprenditore che la società appartiene a tutti i soci».
Gli amministratori indipendenti e il relativo comitato, in altri termini, come ha spiegato Duccio Regoli (Università Cattolica), «devono verificare il merito delle operazioni con parti correlate, appurando che non servano solo per dirottare o trasferire altrove le risorse della società».

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