Imposte

Rispunta la Tari per le imprese

di Gianni Trovati

Rispunta la Tari per le imprese che smaltiscono «autonomamente» i rifiuti speciali assimilati, ma con sconti obbligatori anziché facoltativi come nei vecchi tributi; sull'ipotesi di reintrodurre l'Imu sui fabbricati agricoli per coprire (con 300 milioni) qualche esenzione di spesa dal Patto di stabilità, invece, si alza un fuoco di sbarramento, che vede lo stesso ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina scendere in campo e definire «inaccettabile» la mossa. La trattativa prosegue ancora sul meccanismo della Tasi, su cui pende l'ipotesi prospettata dall'emendamento di Daniele Capezzone (Fi, presidente della commissione Finanze della Camera) di vincolare alle detrazioni per l'abitazione principale l'intero extragettito prodotto dall'aliquota aggiuntiva dello 0,8 per mille, e di dimostrare il tutto con un allegato al bilancio. L'emendamento è per ora stato accantonato, e la stessa sorte ha riguardato un altro correttivo ad alta sensibilità politica, quello chiamato a far rientrare nella "sanatoria" sui contratti integrativi fuori regola degli enti locali anche Firenze, dove il problema è rappresentato dal contratto siglato nel 2003 dalla Giunta allora guidata da Leonardo Domenici.
La giornata decisiva per la discussione sul «salva-Roma» ter in commissione Bilancio e Finanze di Montecitorio è quella di oggi, ma potrebbe protrarsi in nottata perché il carnet è ricchissimo. In prima fila tra i correttivi c'è quello sulla Tari, su cui il Governo sta lavorando nel tentativo di chiudere una telenovela nata a dicembre. Il punto riguarda i rifiuti speciali assimilati agli urbani che i produttori, cioè imprese e realtà commerciali medio-grandi, smaltiscono "autonomamente", senza passare dai servizi locali. Per questi rifiuti, la legge di stabilità prevedeva due trattamenti in contraddizione, cioè l'esenzione tout court e la possibilità di sconti comunali. Il «salva-Roma» ter ha cancellato la seconda ipotesi, mantenendo solo l'esenzione, ma per puntellare piani finanziari e tariffari arriva una nuova ipotesi: sconti, come per la vecchia Tarsu, ma obbligatori, che si potrebbero tradurre nell'applicazione della quota fissa della tariffa e nell'esonero proporzionale da quella variabile. Solo la formulazione definitiva dell'emendamento, su cui si è lavorato fino a tarda sera, chiarirà il meccanismo.
Sulla Tasi, su cui sta lavorando anche la Giunta di Roma, il nodo politico è invece rappresentato dall'aliquota aggiuntiva (0,8 per mille sull'abitazione principale o sugli altri immobili) per finanziare le detrazioni. Nei Comuni l'opzione è finora stata spesso ignorata oppure applicata in modo flessibile, senza dedicare agli sconti tutto l'extragettito prodotto dall'aliquota aggiuntiva. Sul tema, sono piovuti gli emendamenti più vari, anche nel tentativo di cancellare un meccanismo però "blindato" dall'accordo con i Comuni, ma i lavori sembrano ora puntare sull'obbligo di destinare tutto l'extra-gettito agli sconti: anche se, in assenza di serie storiche perché la Tasi è al debutto, anche con un prospetto non sembra semplice verificare che il pareggio fra entrate extra e sconti sia effettivo.
Il ritorno dell'Imu agricola, come accennato, è invece stoppato da un muro trasversale che al ministro Martina affianca il suo predecessore, Nunzia De Girolamo (Ncd) e Maurizio Gasparri (Fi). «Polemica strumentale – chiosa Antonio Castricone (Pd), firmatario dell'emendamento – perché il nodo è quello della modifica al Patto di stabilità: sulle coperture troviamo soluzione alternative, ma senza perdere di vista l'obiettivo».

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