Controlli e liti

Agenzia, fuoco incrociato di ricorsi: rischio blocco per i concorsi da dirigente

di Giovanni Parente

Un’adesione stimata dai sindacati proponenti mediamente intorno al 70 per cento. Il tutto in una giornata che ha visto la comunicazione che il concorso a dirigenti sia per i 150 da destinare alla direzione di uffici preposti ad attività di gestione, riscossione e contenzioso dei tributi (9.596 domande) sia per i restanti 10 per gli uffici preposti ad attività di gestione dei servizi catastali (1.685 domande) passeranno da una prova preselettiva con diaro e sede d’esame che saranno resi noti il prossimo 5 luglio. Concorsi su cui, però, già si addensa la nube di un contenzioso in sede amministrativa con il sindacato Dirpubblica che, tramite il suo legale Carmine Medici, ha avviato un ricorso al Tar proprio sulla prova preselettiva. Nel mirino ci sono gli esoneri previsti dal bando per i dipendenti dell'agenzia delle Entrate che abbiano svolto per almeno due anni, alla data di pubblicazione del bando, funzioni dirigenziali ovvero incarichi di responsabilità relativi a posizioni organizzative» speciali o temporanee (le Pos e le Pot).

Ancora una volta, quindi, il passato si intreccia a doppio filo con il prossimo futuro dell’Agenzia. Perché il 16 aprile sempre il Tar del Lazio (e sempre su iniziativa di Dirpubblica) dovrà decidere nel merito se rimettere gli atti alla Consulta sulla norma contenuta nella legge di Bilancio 2018 che prevede l’istituzione delle Poer (posizioni organizzative a elevata responsabilità) per le quali proprio a giorni dovrebbero concludersi le selezioni. I nuovi quadri (in tutto saranno circa 1.500) devono essere essere scelti con una prova scritta e un orale. Ma il tempo stringe visto che sia le posizioni temporanee (Pot) sia le precedenti posizioni speciali (Pos) sono state prorogate solo fino al 30 aprile.

Questo è il contesto in cui ieri è andato in scena uno sciopero che secondo la nota diffusa ieri dalle sigle proponenti (Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Confsal/Unsa, Flp) ha registrato un’adesione «mediamente sul 70% della forza lavoro, con punte anche del 90% e in alcuni casi addirittura del 100 per cento». Con uffici chiusi e manifestazioni in tutti i capoluoghi di regione.

Motivo del contendere la mancata definizione ed erogazione dei fondi di amministrazione relativi a 2016 e 2017 e l’accordo ancora da raggiungere sull’accordo per la terza progressione economica 2019. Questioni poste dai sindacati anche al viceministro dell’Economia, Laura Castelli, che al termine dell’incontro ha fatto sapere di aver « appurato che non esiste competenza del Mef sul mancato pagamento del salario accessorio, relativo agli anni 2016 e 2017: esiste, infatti , un conflitto esclusivamente interno, da risolvere». E Castelli si è detta certa che con il direttore dell’Agenzia Antonino Maggiore «si potrà velocemente uscire da questa situazione». Lo scioperò, però, è servito a porre anche un problema più ampio, ossia quello dewl futuro delle Entrate e delle agenzie fiscali più in generale. Perché, come fa notare, Valentino Sempreboni, coordinatore di Confsal/Unsa-Agenzie fiscali, finora la politica « anziché operare in una azione riformistica organica, ha proceduto con interventi spot che «non hanno fatto fare alla struttura il salto di qualità da tutti richiesto, nonostante gli eccellenti risultati raggiunti in termini di recupero da evasione e da compliance».

Un ulteriore segnale da tenere in considerazione è rappresentato anche dal numero delle uscite dalle Entrate. Secondo alcune cifre circolate in ambienti sindacali, la cifra di chi ha lasciato l’Agenzia è cresciuta sia per l’aumento dell’età anagrafica sia per chi ha volontariamente scelto di andar via: nel 2018 il numero complessivo delle uscite si è attestato intorno alle 2mila unità.

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