Professione

Commercialisti, si riparte dal dialogo

di Maria Carla De Cesari

È iniziata con la foto di gruppo rituale la legislatura del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti: i 20 eletti della lista «Vivere insieme la professione» stretti intorno al nuovo presidente Gerardo Longobardi. Due le signore: Maria Luisa Campise e Maria Rachele Vigani. Poi tutti in Consiglio per decidere il calendario delle cose da fare subito.
Poco prima al ministero della Giustizia Longobardi aveva presieduto la riunione di insediamento, con l'elezione del segretario, Achille Coppola, e del tesoriere, Roberto Cunsolo. Il vice presidente Davide Russo ha condiviso con Longobardi la lunghissima campagna elettorale, da prima che venisse trovato l'accordo con i componenti della vecchia lista «Vivere la professione». Al ministero sono arrivati a Longobardi e alla sua squadra gli auguri del sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri.
Ieri, dunque, si è chiuso il commissariamento che durava dal 12 dicembre 2012 e che da ultimo ha visto il notaio Giancarlo Laurini sbrigare le urgenze e assicurare la quotidianità. L'esperienza, per molti versi, può essere sintomatica di come nelle professioni, al di là delle peculiarità, si possa sviluppare uno spirito comune, visto che è stato Laurini a guidare, insieme agli Ordini e ai sindacati della categoria, la mobilitazione per ottenere l'equipollenza dell'esame da commercialista rispetto a quello per diventare revisore.
Comunque, dopo due anni di polemiche e veleni, ieri la soddisfazione del vertice ritrovato era palpabile, con qualche tono di voce sopra le righe (per l'entusiasmo) e gli inviti a posare per le foto ricordo scattate con telefonini e ipad.
Dopo la festa e i brindisi con i dipendenti del Consiglio nazionale, le strette di mano e le pacche sulle spalle, si è ripresa in mano l'agenda di lavoro. «La prolungata assenza di una governance per i commercialisti - afferma Longobardi - ha nociuto all'immagine della categoria. Sono mancate le nostre proposte in tutte le disposizioni legislative degli ultimi anni, a cominciare dalla delega fiscale. Ora ci aspetta un importante lavoro per riaffermare, a tutti i livelli, l'autorevolezza della professione. I fronti aperti sono molti, anzitutto quello fiscale. Credo che sia necessario evitare in futuro quanto appena accaduto con la proroga dell'invio dei modelli 770, che è stata ufficializzata solo sul filo di lana, a poche ore dalla scadenza dei termini».
La strategia di Longobardi si chiama dialogo e confronto.
«Occorre poter contare su un fisco semplice e chiaro, con una modulistica dimagrita, l'eliminazione degli adempimenti inutili e il rilascio, per tempo, dei software con cui lavoriamo. Ovviamente tutto questo passa attraverso la ripresa di un dialogo con l'agenzia delle Entrate in particolare e più in generale con le istituzioni, nessuna esclusa. La novità che vorrei portare insieme a tutti i consiglieri è quella di aprire un vasto fronte di interlocuzioni con tutte le istituzioni, con il mondo della politica e con altri organismi. Tra tutti - conclude Longobardi - penso a Confindustria, per risolvere assieme la questione dei Collegi sindacali, perché quest'organo di controllo è una peculiarità positiva per il nostro Paese e per le aziende e non solo un costo».
Longobardi ha già iniziato a tessere la tela dei contatti: dal direttore dell'agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, al direttore delle Finanze, Fabrizia Lapecorella. «Incontri o telefonate informali», precisa il presidente, ma essenziali per riconquistare centralità.

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