Contabilità

Dall’Ocse nuovo giro di vite contro l’elusione

di Marco Bellinazzo e Davide Rotondo


Contro l'evasione fiscale e la riduzione di gettito derivante dai “nuovi” strumenti di elusione fiscale internazionale si punta, oltre che sull'accordo multilaterale per lo scambio automatico dei dati (multi-lateral competent authority agreement) sottoscritto a Berlino due giorni fa dai primi 51 Paesi (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri), anche sul progetto Beps (base erosion and profit shifting).
Quest'ultimo, avviato dall'Ocse nel 2013 per contrastare lo “spostamento” di base imponibile dai Paesi ad alta fiscalità verso giurisdizioni con pressione fiscale bassa o nulla da parte delle multinazionali, punta a stabilire regole uniche e trasparenti condivise a livello internazionale sulla base di un action plan di 15 azioni. Il primo pacchetto di raccomandazioni, rilasciato lo scorso 16 settembre, redatto dai gruppi di lavoro Ocse con la collaborazione dei rappresentanti di circa 44 Stati (aderenti all'Ocse e non come ad esempio Arabia Saudita e Cina), ha ad oggetto diverse problematiche, tra le quali l'evoluzione dell'economia digitale e le regole sul transfer pricing. Mentre il Crs si pone l'obiettivo principale di mappare la distribuzione dei capitali all'estero facenti capo sia alle persone giuridiche che fisiche, il Beps ha il fine di ridefinire un adeguato nesso di causalità con la giurisdizione dove avviene la creazione del valore al fine di ridurre comportamenti opportunistici, che hanno l'effetto di spostare in modo improprio capitali all'estero.
Tra i temi su cui l'action plan del Beps si focalizza ci sono anche i fenomeni di dannosa competizione fiscale, causati, ad esempio, dall'abuso di alcuni regimi fiscali privilegiati (Action 5), strumenti ibridi (Action 2) e alcune clausole dei trattati (Action 6).
Sono invece ancora in fase di discussione in sede Ocse altri temi come il rafforzamento della disciplina Cfc (Controlled foreign company, Action 3), la limitazione dell'erosione della base imponibile attraverso l'eccessiva deducibilità di interessi ed altri pagamenti (Action 4), la nuova definizione del concetto di «stabile organizzazione» (Action 7), la revisione delle regole del transfer pricing in relazione a transazioni finanziarie infragruppo ad alto rischio (Action 10) e gli incentivi alla trasparenza fiscale da parte dei contribuenti attraverso specifiche disclosure rules (Action 12).
In ogni caso, per i contribuenti gli impatti del giro di vite internazionale sull'evasione si preannunciano immediati: sul fronte Crs, i soggetti che fino a oggi hanno avuto modo di occultare capitali all'estero saranno incentivati ad aderire entro il 2015 a possibili forme di voluntary disclosure nei confronti del fisco locale per evitare il rischio sanzionatorio praticamente certo, mentre sul fronte Beps, nonostante non sia ancora pienamente consolidato, è ragionevole presumere che le amministrazioni fiscali adeguino rapidamente le best practice fiscali all'Action plan, tarando su questo l'attività di accertamento dei fenomeni elusivi ed evasivi.
Intanto, sul fronte “tradizionale” dei trattati contro le doppie imposizioni sono state ratificate e pubblicate nella «Gazzetta Ufficiale» di ieri e di mercoledì le intese con Isole Cook, Jersey e Corea del Sud.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©