Professione

Commercialisti: si apre il confronto sulla leadership

di Maria Carla De Cesari


In vista delle elezioni del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, convocate per il 16 luglio, è iniziata la partita a scacchi tra Gerardo Longobardi, leader della "vecchia lista" «Insieme per la professione» e Alessandro Solidoro, presidente dell'Ordine di Milano, grande elettore nel 2012 e nel 2013 di Longobardi.
Dopo la vicenda giudiziaria chiusa con il pronunciamento del Consiglio di Stato il 21 gennaio, i vertici dei commercialisti sono convinti della necessità di una lista unitaria per riportare normalità dopo due anni di contrasti tra la lista «Insieme per la professione» e «Vivere la professione», prima capeggiata da Claudio Siciliotti e poi, nel 2013, in occasione del voto di febbraio poi saltato, da Massimo Miani. L'impegno per la lista unitaria, peraltro, è stato assicurato al ministero della Giustizia che teme, altrimenti, un nuovo fiorire di ricorsi con la nuova tornata elettorale.
Il problema, però, è come declinare la lista unitaria. A questo proposito, da tempo Solidoro non nasconde le perplessità rispetto a una riproposizione automatica della leadership di Longobardi. Troppe cose sono accadute in due anni – è il ragionamento di Solidoro – per non aprire una riflessione e verificare se non sia il caso di trovare l'accordo su un altro candidato presidente. Ieri, in una riunione tenuta a Roma, presenti tutti i big della professione – da Longobardi a Giorgio Sganga, da Solidoro a Miani, compreso il presidente di Napoli, Vincenzo Moretta, che in questi mesi ha cercato di trovare una soluzione condivisa – sono stati posizionati i pezzi sulla scacchiera. E Solidoro ha spiazzato l'alleato Longobardi. Secondo più fonti, il presidente di Milano avrebbe ufficializzato la sua posizione: bene la lista unitaria ma la leadership di Longobardi non può essere posta come pregiudiziale. Solidoro, dunque, ha offerto la sua disponibilità.
Il tavolo per una lista unitaria continua a essere aperto; nel giro di qualche giorno dovrebbe chiarirsi se è possibile un compromesso tra Solidoro e Longobardi, oppure se ci sarà un nuovo posizionamento delle forze in campo. Nessuno tra i protagonisti dell'incontro ha finora parlato. La posta in palio è troppo alta, certo la presidenza del Consiglio nazionale ma anche l'autorevolezza nei confronti delle istituzioni e della categoria.

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