Professione

Partita aperta sul fisco semplice

di Giovanni Parente

L’obiettivo resta quello scritto nero su bianco con la legge delega dello scorso anno: un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita. La speranza dei commercialisti è che i decreti attuativi da adottare o da approvare definitivamente possano segnare un punto di svolta. «Sia le imprese che i professionisti attendono norme più chiare, meno scoordinate e con interpretazioni univoche affinché si possa preventivare l’onere fiscale senza il rischio di dover incorrere in contenziosi»: Luigi Mandolesi, delegato alla fiscalità del Cndcec (Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili), traccia così le prospettive in vista dell’immediato futuro.

Non a caso tutta la categoria guarda con molta attenzione alla delega che oggi pomeriggio dalle 15 sarà protagonista del primo giorno del convegno nazionale al Palacongressi di Rimini (diretta streaming anche sul sito www.commercialisti.it ) . Non solo con la tavola rotonda (dopo i saluti del presidente dell’Ordine di Rimini, Bruno Piccioni, e l’apertura dei lavori affidata al presidente del Consiglio nazionale, Gerardo Longobardi) coordinata dal vicedirettore del Tg1, Gennaro Sangiuliano, a cui parteciperanno, oltre a Mandolesi, il viceministro dell’Economia, Luigi Casero, il direttore delle Entrate, Rossella Orlandi, Ivan Vacca di Assonime e Luca Miele, vicario del direttore della direzione Legislazione tributaria del Mef. Ma anche con i focus tematici del gruppo fiscalità su contenzioso tributario, penale tributario, abuso del diritto e fiscalità internazionale. Proprio su questi ultimi due fronti sono da poco arrivati gli schemi di Dlgs attuativi della delega ora all’esame delle commissioni parlamentari per i pareri. «Sicuramente legiferare con norma ordinaria una disciplina antielusiva generale è positivo – spiega Mandolesi - perché il Parlamento diventa protagonista: l’equiparazione tra abuso ed elusione è già un passo avanti di chiarezza. Positivo anche l’obbligo di contraddittorio con il contribuente e l’onere della prova a carico dell’amministrazione finanziaria, così come l’impossibilità di introdurre la contestazione in sede di contenzioso». Certo, non mancano aspetti da approfondire e da chiarire meglio come sulle situazioni effettive in cui può essere rilevata l’elusione e anche su questo aspetto si concentrerà l’approfondimento in programma a Rimini.

Altro segnale incoraggiante è ravvisabile nella delimitazione del raddoppio dei termini di accertamento. «La disciplina viene regolamentata con sufficienti garanzie – commenta ancora Mandolesi - sia per il contribuente sia per il professionista. Era uno dei principali problemi della voluntary: credo che l’intervento legislativo sia stato preso per far decollare le istanze di rientro dei capitali». Per quanto riguarda, invece, lo schema di Dlgs sull’internazionalizzazione «molte delle norme si allineano agli indirizzi comunitari e Ocse». Anche in questo caso l’impegno è a sviluppare riflessioni per suggerire miglioramenti mentre «l’interpello per i nuovi investimenti potrà servire se verranno effettuati anche interventi più strutturali».

Sul terzo dei provvedimenti esaminati in prima lettura dal Consiglio dei ministri del 21 aprile scorso, Mandolesi manifesta apprezzamento sul fatto che l’estensione della fatturazione elettronica alle operazioni tra privati sia facoltativa: «A prescindere dal merito che stiamo approfondendo, condividiamo che il programma di digitalizzazione per le imprese viene assunto in via opzionale creando degli incentivi a chi aderirà».

Ci sono, però, anche le incognite più immediate a preoccupare la categoria. È il caso del 730 precompilato. La scorsa settimana il pronto ordini 90/2015 ha precisato che i commercialisti che svolgono semplicemente un’attività di «centro di raccolta» di un Caf non sono tenuti all’adeguamento della polizza professionale. Tuttavia, per chi appone il visto di conformità in proprio, il Cndcec si è attivato con una gara europea per trovare uno o più broker che assicurino il rischio. Ma l’auspicio di Mandolesi è che «per il futuro venga rivista rivisitando la parte delle sanzioni, proponiamo di ritornare ai rischi professionali in base al quale se si commette deve risarcire il danno e non il pagamento delle imposte al contribuente».

E guardando al futuro un ulteriore banco di prova è rappresentato dagli altri principi della delega da attuare. A cominciare dalla riscrittura delle regole sulle sanzioni. Nel riconoscere che l’aspettativa a riguardo è molto elevata, il delegato alla fiscalità del Cndcec suggerisce di affrontare «la questione nella sua complessità, sia penale che amministrativa: dovrebbero avere rilevanza penale solo le violazioni più gravi mentre le sanzioni amministrative dovrebbero essere proporzionali al tipo di illecito o inadempimento connesso».

Così come è forte l’attesa per ulteriori semplificazioni ma con una puntualizzazione. «Nell’alleggerire gli adempimenti deve essere garantito – conclude Mandolesi - il tempo tecnico per poter approfondire le norme e avere i sistemi informatici in modo da rispettare gli oneri con dignità e di concordare con l’amministrazione delle scadenze che oggi si concentrano in alcune date».

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