Contabilità

Solidarietà integrata al 70%

di Marco Mobili e Marco Rogari

Per tutto il 2015 torna al 70% l’integrazione della retribuzione persa a causa della riduzione di orario legata ai contratti di solidarietà. A riposizionare l’asticella dal 60% allo stesso livello del 2014 sono due emendamenti del Pd (a firma di Davide Baruffi e Cesare Damiano) al milleproroghe approvati, in versione riformulata dai relatori, dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera. I due ritocchi prevedono un tetto di spesa di 50 milioni e danno priorità ai contratti già stipulati nel 2014.

In una giornata caratterizzata dai lavori a singhiozzo con un latente ostruzionismo di Fi, come primo effetto dello stop al patto del Nazareno, sono arrivati anche due emendamenti del Governo.

Con il primo viene prorogata al 31 dicembre 2015 il termine per la gestione in forma associata fuori dal Patto delle funzioni fondamentali dei piccoli comuni prevista dal decreto 78/2010. Il secondo emendamento del Governo interviene di fatto sull’attuazione della riforma delle Province, con la conferma anche per il 2015 dei criteri di riparto del fondo sperimentale di riequilibrio già adottati fino al 2014 per consentire alle amministrazioni locali di conoscere rapidamente i fondi loro attribuiti. Per la Sardegna e la Sicilia vengono prorogate, sempre per tutto il 2015, le norme riguardanti la determinazione dei trasferimenti erariali in favore delle Province per finanziare i bilanci e, quindi, le funzioni attribuite.

Tornando ai lavori, la Commissione ieri ha esaminato solo i primi due articoli del decreto milleproroghe, che scade il 3 marzo. Un’andatura lenta dovuta soprattutto ai continui interventi del capogruppo di Fi in commissione Bilancio, Rocco Palese, e del suo collega di partito, Cosimo Latronico. «Il clima è cambiato», ha detto Palese facendo indirettamente riferimento al cambio di atteggiamento di Fi dopo la rottura del patto del Nazareno. «Quello che è successo in commissione con il Milleproroghe», ha aggiunto Palese «è l’antipasto di quello che può accadere in Aula con le riforme, visto che abbiamo ancora a disposizione 6-7 ore».

Proteste, nel metodo e nel merito, sono arrivate anche dal Movimento 5 Stelle. Senza considerare che i lavori si sono stati interrotti anche per le rimostranze della Lega verso Lello Di Gioia, del gruppo Misto, «colpevole di non indossare la giacca».

Le commissioni torneranno a riunirsi questa mattina, per tutto il giorno, poi si ripartirà martedì prossimo nelle “pause” dei lavori dell’Aula sulle riforme. Proprio la partita a Montecitorio sulle riforme potrebbe provocare un prolungamento dell’esame del milleproroghe in Commissione fino al 14 o al 15 febbraio. L’obiettivo, al momento, è di trasmettere il 16 febbraio il testo all’Aula dalla quale il 20 dello stesso mese dovrebbe arrivare il primo via libera al provvedimento. A quel punto al Senato resterebbero poco più di 10 giorni per approvare definitivamente, come mero atto notarile, il milleproroghe.

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