Imposte

Casa, tassa unica nella legge di stabilità

di Marco Mobili e Marco Rogari


La nuova tassa unica comunale sulla casa prenderà forma con la prossima manovra. Ad annunciarlo da Medolla è Matteo Renzi in persona. «Con la legge di stabilità che presentiamo il 15 ottobre ci sarà un principio di fondo: il Comune ha un'unica tassa, chiara, come c'è in tutto il mondo. Non una tassa il cui nome cambia tutti gli anni e che deve essere chiaramente indicata, con date chiare». E questa non sarà la sola novità sul versante degli enti locali. Il Governo conta di far salire dal miliardo annunciato nei giorni scorsi a non meno di 1,5-2,5 miliardi la dote per allentare il patto di stabilità interno e consentire così ai Comuni virtuosi di sbloccare opere pubbliche attualmente ferme.
Un allentamento che rappresenterà la prima tappa del percorso che sarà tracciato dalla “stabilità”, probabilmente facendo leva su un anno di sperimentazione, per giungere, al più tardi nel 2016, al definitivo superamento del Patto di stabilità interno. «Il Patto di stabilità è cosa che farebbe arrabbiare anche i santi perché impedisce di fare investimenti pubblici: lo ridurremmo in modo significativo», dice Renzi. Che aggiunge: «Se riusciremo ad eliminarlo, daremo il 75% in più di risorse». A lasciare intendere che la dote per alleggerire nel 2015 i vincoli del Patto salirà a 1,5-2,5 miliardi è, intervenendo a Radio 24, il viceministro dell'Economia, Enrico Morando.
Del capitolo enti locali farà parte pure la prima fase della potatura della giungla delle municipalizzate che dovrebbe garantire nel 2015 almeno dai 500 agli 800 milioni. Risparmi che rappresenteranno una delle voci del piano complessivo di tagli da circa 10 miliardi, di cui non meno di 3 arriveranno dai ministeri con il concorso soprattutto di Istruzione e Lavoro.
Ancora da quantificare il “recupero” che sarà ottenuto con la revisione delle tax expenditures: da un minimo di 700 milioni a un massimo di 1,2 miliardi. Il Governo starebbe puntando su un meccanismo selettivo che agirebbe in modo mirato su alcuni settori con la sicura esclusione delle agevolazioni che toccano maggiormente le famiglie, come quelle sanitarie.
Nella prossima “stabilità” da 23-24 miliardi sarà inserito anche un mini-pacchetto pubblico impiego. Su questo fronte i tecnici del Governo stanno valutando con attenzione l'applicazione della cosiddetta regola Renzi del 3% agli stipendi dei dirigenti pubblici. Un'operazione che, nel caso in cui ottenesse il via libera, potrebbe garantire risparmi per un minimo di 200-250 milioni e un massimo di 400-500 milioni a seconda di come sarà modulato il taglio. Due le opzioni possibili. La prima poggerebbe su una stretta di tipo selettivo fissando una soglia minima sopra la quale far scattare la riduzione del 3% e prevedendo meccanismi di salvaguardia per gli stipendi già colpiti dall'introduzione del tetto massimo (in linea con la retribuzione del presidente della Repubblica) introdotto con il decreto Irpef. La seconda opzione punterebbe sul ripristino del meccanismo dei sotto-tetti, che era stato prima ipotizzato e poi accantonato al momento del stesura del decreto sul bonus da 80 euro. La decisione definitiva sul taglio del 3% delle retribuzioni dei dirigenti Pa sarà presa all'inizio della prossima settimana quando sarà anche sciolto il nodo dello sblocco degli scatti, che per ora è previsto fino il 31 dicembre 2014. Al momento l'ipotesi più gettonata è quella di garantire gli scatti solo al personale del comparto sicurezza.
Ma restano anche altri nodi da sciogliere. A cominciare da quelli del Tfr in busta paga e dal ricorso a una polizza anti-calamità con garanzia dello Stato in caso di catastrofi. Ieri mattina il premier ha il punto nel corso di una lunga riunione sulla “stabilità”. Sul Tfr in busta paga, la quadratura del cerchio non è stata ancora trovata, ma sembra vicina. Ieri sulla è intervenuta il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi: «<WC1>L<WC>'<WC1>Agenzia ha dato valutazioni tecniche pure sulle varie possibilità di applicazione<WC>. O<WC1>vviamente la tassazione progressiva è da scartare, perché sarebbe veramente iniqua<WC>».

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