Controlli e liti

Disco rosso per l’Antitrust Ue: legittimi i tax ruling del Belgio

di Giuseppe Chiellino

Il Tribunale Ue ha annullato la decisione della Commissione europea sulle esenzioni fiscali concesse dal Belgio con gli accordi preventivi (tax ruling) a 55 beneficiari. Secondo il Tribunale (cause T-131/16 e T-263/16), la Commissione «ha ritenuto erroneamente» che costituisca un aiuto di Stato il sistema belga di esenzione concesso sui cosiddetti «utili in eccesso» delle filiali belghe di gruppi multinazionali. Il Belgio dal 2005 ha introdotto un sistema di esonero per filiali di multinazionali sui profitti in eccesso rispetto a quelli che ipoteticamente avrebbe realizzato una società comparabile in situazioni analoghe ma indipendente, cioè non legata ad un gruppo multinazionale. Viene definito “arm’s lenght” principle.

Per la Commissione, alla riduzione della base imponibile in Belgio, non corrispondeva un «aggiustamento» in un altro Stato. Perciò nel 2016 aveva ordinato al Governo il recupero di circa 700 milioni di euro di tasse non versate da parte di 35 società, perché aiuti illegali, chiedendo anche una verifica dell’elenco dei beneficiari, che si è così allungato ai 55 di oggi. In giudizio, oltre al governo belga, c’è la Magnetrol International. Ma nell’elenco dei beneficiari ci figurerebbero anche Basf, Atlas Copco, Wabco, Proximus, mentre non ci sarebbero nomi italiani.

Il Tribunale ha ritenuto che il regime applicato del governo belga non è uno schema di aiuto di Stato per una ragione sostanzialmente procedurale. La decisione della Commissione, infatti,si basava sul presupposto - «errato» per il Tribunale - che l’esenzione degli utili in eccesso non richiedesse ulteriori misure di applicazione a ciascun beneficiario e dunque fosse il risultato di un «approccio sistematico».

«La decisione del Tribunale è molto importante - ha spiegato Elisabetta Righini, legale dello studio Latham & Watkins che rappresentava una delle società interessate - ma non basta per sciogliere il nodo della compatibilità dei tax ruling con le norme europee sugli aiuti di Stato».

La causa viene considerata una sorta di caso-pilota. Diversi, infatti, sono i contenziosi tra Commissione e Stati membri sulle esenzioni fiscali. Non a caso, a fianco del Belgio si è costituita in giudizio anche l’Irlanda, a cui la Commissione europea ha imposto il recupero di 13 miliardi di tasse dalla Apple, decisione contro cui Dublino ha fatto ricorso. Lo stesso vale per l’Olanda che deve rispondere degli accordi fiscali favorevoli con Starbucks, considerati incompatibili con le regole europee sugli aiuti di Stato. O per il Lussemburgo, dove sotto i riflettori è finito il gruppo Fiat Chrysler, per le esenzioni concesse alla controllata Fiat Finance & Trade. È molto probabile che la Commissione faccia ricorso alla Corte di giustizia. Intanto però, anche se le questioni di sostanza restano e i casi sono diversi, un primo orientamento del Tribunale è arrivato ed è tanto più significativo se si considera che tutti i casi di tax ruling sono stato affidati allo stesso collegio.

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