Imposte

Gaap e Ifrs in cerca di compromessi

di Marco Bellinazzo

L'effetto pro-ciclico dei principi contabili internazionali è inevitabile, soprattutto nel settore finanziario. L'accentuazione delle dinamiche economiche, in particolare in fasi di forte recessione, è di fatto connaturato a regole che sono nate proprio per misurare, attraverso il concetto base del fair value, le performance delle aziende. In altre parole, gli Ias/Ifrs non hanno la funzione di "aiutare" le imprese nei momenti di difficoltà, ma quella più neutrale di offrire una visione il più possibile realistica della loro situazione patrimoniale e delle loro prospettive.
È fondamentale però che la loro elaborazione e il loro aggiornamento siano tempestivi, e che riescano a cogliere il momento storico e le diverse fasi congiunturali per evitare che si determinino con la loro applicazione effetti distorti e amplificati.
Sono queste alcune delle considerazioni emerse nel corso del convengo "Market confidence: the challenge for Ifrs" organizzato ieri a Milano dall'Oic (organismo italiano di contabilità) e la Ifrs Foundation.
L'incontro è stata l'occasione per mettere intorno allo stesso tavolo rappresentanti delle istituzioni (come il presidente Consob Giuseppe Vegas e il capo della segreteria tecnica del ministero dell'Economia Francesco Alfonso), del mondo industriale (Massimo Mondazzi, cfo dell'Eni), bancario (Alessandro Profumo, presidente di Mps) e professionale (Gianmario Crescentino, global chief risk officer di Deloitte), oltre che i vertici degli organismi contabili (Paolo Gnes, chairman of the supervisory board dell'Oic, Michel Prada, chairman of the trustees dell'Ifrs Foundation, Angelo Casò, chair dell'Oic e Hans Hoogervorst, chairman dello Iasb), moderati dal vicedirettore del Sole 24 Ore, Alessandro Plateroti, che hanno offerto letture sostanzialmente convergenti sui problemi e le chance legate al modello Ifrs.
In quest'ottica – come è stato sottolineato da diversi relatori – risulta indispensabile che le regole contabili internazionali siano sempre più uniformi e coerenti e che sia dato un nuovo impulso ai negoziati fra l'Europa e gli Stati Uniti in questa ottica.
Ancora oggi le regole Usa (Gaap) presentano sensibili differenze su molti aspetti contabili e sulle modalità di valutazione di molti asset rispetto agli Ifrs (International Financial Reporting Standards) europei e tra il Fasb (Financial accounting standards Board degli Usa) e lo Iasb (International accounting standards Board europeo) sono sempre in corso laboriose trattative per individuare soluzioni di compromesso e procedure semplificate che mettano soprattutto i grandi gruppi multinazionali nelle condizioni di operare in un quadro normativo chiaro e affidabile. Un obiettivo ancora lontano dall'essere raggiunto.
Dal 2001 sono 120 i paesi che ne hanno richiesto o permesso l'adozione (nel 2012, per esempio, hanno iniziato ad applicarli Argentina, Messico e Russia), ma il lavoro della Ifrs Foundation continua allo scopo di elaborare un unico sistema di principi contabili di alta qualità, comprensibili, applicabili e accettati a livello globale. Implementare una disciplina contabile che assicuri un'uniforme esposizione della patrimonializzazione delle aziende è una garanzia fondamentale per prevenire future crisi finanziarie, favorire lo sviluppo economico e, in definitiva, proteggere tutti gli "stakeholders".

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