Controlli e liti

Voluntary disclosure verso il terzo passaggio

di Marco Bellinazzo

Le commissioni Finanze e Giustizia del Senato hanno avviato l'esame del disegno di legge sul rientro dei capitali, dopo il via libera della Camera. Dopo il lungo iter a Montecitorio il provvedimento dovrebbe essere licenziato rapidamente a Palazzo Madama (almeno stando alle dichiarazioni d'intenti) anche per evitare il “traffico” della legge di Stabilità (un “treno” al quale tuttavia il convoglio della voluntary disclosure potrebbe essere, alla fine, agganciato). «Abbiamo fissato per martedì prossimo, in notturna, il proseguimento della discussione generale – ha spiegato il presidente della commissione Finanze, Mauro Marino (Pd) –. Abbiamo 14 iscritti a parlare, contiamo di chiuderla per quella data per poi fissare il termine per gli emendamenti. Lavoriamo per chiudere prima della sessione di bilancio».
Alla Camera tuttavia non si escludono correzioni del testo. Nella seduta di ieri si è svolto l'intervento di Claudio Moscardelli del Pd, relatore per la commissione Finanze (per la commissione Giustizia il relatore è Nico D'Ascola, Ncd). «La volontà di verificare possibili miglioramenti c'è sicuramente – ha sottolineato Moscardelli –. Senza naturalmente stravolgere il testo. Martedì abbiamo la discussione generale, mi riservo al termine di fare le valutazioni insieme al Governo. Gli aspetti che vanno migliorati attengono principalmente alla posizione dei terzi. La non chiarezza sulle conseguenze per questi soggetti potrebbe essere un freno alla procedura di autodenuncia».
Il presidente della commissione Giustizia, Francesco Nitto Palma (Fi), ha confermato l'intenzione di procedere in tempi rapidi ma ha rilevato come il testo arrivato dalla Camera sia «molto diverso» dal testo unificato D'Ascola discusso in commissione Giustizia e quindi «immagino che non abbia il gradimento della Commissione e che ci saranno proposte di modifica».
I capisaldi del provvedimento approvato alla Camera non dovrebbero essere rivisti. Per cui la voluntary disclosure si potrà fare fino al 30 settembre 2015 per violazioni al 30 settembre 2014. Il contribuente che vuole sanare deve dichiarare alle Entrate «tutto» quello che ha nascosto al fisco, in Italia o nei paradisi (rischia penalmente fino a sei anni per il falso), deve manlevare il suo consulente/professionista, e deve comunque fornire la ricostruzione documentale storica di quanto ha occultato negli anni. Potrà così beneficiare di sconti importanti su sanzioni e interessi (ridotti secondo i casi fino a un quarto del minimo), ma non sull'imposizione fiscale, e dal punto di vista penale, vedrà neutralizzati tutti i reati fiscali commessi, compreso il nuovo reato di autoriciclaggio.

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